Si è svolto a Casarano venerdì 29 settembre, alla presenza di un pubblico attento e qualificato, l’incontro sul tema «Dal mito di Bonifacio IX alla “scoperta” di Casaranello», tenuto dallo studioso casaranese Leo Stefàno e organizzato dall’Università Popolare di Casarano. Protagonista dell’evento culturale la chiesetta paleocristiana di Santa Maria della Croce, meglio conosciuta con il nome di chiesa di Casaranello. Si tratta di una delle chiese più importanti dell’Italia meridionale.

Nel corso dell’incontro Leo Stefàno ha affrontato solo alcune delle questioni che ha trattato nel suo ponderoso volume su Casaranello in attesa di pubblicazione e costato ben cinque anni di assidua ricerca.
«Purtroppo» – spiega Stefàno – «ad oltre 100 anni dalla “scoperta” della chiesa di Casaranello da parte del celebre storico dell’arte Arthur Haseloff, manca una monografia interamente dedicata alla chiesa e non sono stati condotte indagini archeologiche serie. Si capisce, quindi, il perché la chiesa di Casaranello presenti ancor molte incognite».
Prima che Haseloff “scoprisse” la chiesetta di essa si erano occupati, incidentalmente, alcuni studiosi locali, soprattutto per la presunta relazione con Pietro Tomacelli, divenuto papa con il nome di Bonifacio IX, che, secondo la tradizione, sarebbe nato a Casarano e battezzato nella chiesa di Casaranello.

Grazie alle sue certosine ricerche, Stefàno ha dimostrato, carte alla mano, l’infondatezza di questa leggenda. «Si è trattato di un mito» – finisce Stefàno – «che si è sviluppato con il concorso determinante della curia di Nardò; un mito, che, attraverso le testimonianze di studiosi locali quali l’Arditi e il De Giorgi, è divenuto verità storica».

 
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