Venerdì 4 marzo fin dalle prime ore del pomeriggio, come ogni anno si è svolto a Offida “u Bov Fint”, farsesca caccia al bue finto, un’antica usanza nata dalla rappresentazione finalizzata ad allietare le mense dei poveri nel giorno di Carnevale.

Consiste nel mettere a disposizione la carne del bue cacciato e mattato durante il carnevale oggigiorno sostituito da un bove finto.
L’antica usanza popolare del bove finto, costituito da intelaiatura in legno e ferro, rivestita di panno, consiste nella incalzante e sfrenata corsa dove il bue è portato da agili giovani delle congreghe del paese che lo conducono per le vie del paese fino a Piazza del Popolo, in costume da toreri o con il classico “guazzarò” – una veste bianca, una volta, uniforme di campagna.
E’ una sorta di corrida, in cui però l’animale, istigato da urla e schiamazzi di centinaia di persone sfrenate, non combatte contro un singolo individuo, ma contro tutti.
Gli abili portatori guidano i movimenti dell’animale in ampie giravolte, corse e incornate che esprimono la furia dell’animale.

Tutto il Paese partecipa all’evento avvincente ed il vino rende le persone molto “brillanti” e allegre.
Un’esperienza unica per vivere a contatto di una antica tradizione locale, non senza momenti di panico provocati dall’ebbrezza del vino che scorre in abbondanza durante la festa.

All’imbrunire “U Bov Fint” viene simbolicamente ucciso facendo toccare le corna dello stesso sulla colonna del municipio che ancora oggi reca il gancio su cui veniva legato il bue, in passato, quando era vero.
Successivamente viene portato in processione per le vie del paese come trofeo, con il sottofondo musicale di Addio Ninetta Addio che è l’inno ufficiale del carnevale offidano.
Le manifestazioni carnascialesche ad Offida terminano il Martedì Grasso, 8 c.m., con “I Vlurd”, fasci di canne incendiate portate per le vie del paese e gettate in Piazza del Popolo in un grande rogo attorno al quale si balla e canta.

Un antico stornello popolare così saluta il Carnevale:
“finito Carnavà, finito amore
finito de staccià farina e fiore,
finito de magnà le castagnole”

 
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Commenti (1)


  1. stupenda tradizione antica

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