A Bari, martedì 28 febbraio 2017, alle ore 18:00, è partito il Corteo de zii Rocche, corteo delle Maschere e del carro funebre con Zii Rocche, organizzato dal Circolo Acli E. N. Dalfino – piazza Odegitria 28 – Bari, in collaborazioni con il Centro Anziani G.E.A., la Parrocchia Cattedrale, l’Associazione Panificatori Pr. di Bari, il comitato “S.ta Teresa d’Avila” e Radio POPIZZE.

Il carro di Zi Rocche è stato allestito su una struttura rotabile sovrastata da un baldacchino nel quale troneggia una enorme testa di gallo e adornato con frutta, verdura, fiori; all’interno fa bella mostra di sé un fantoccio vestito da pagliaccio: Zii Rocche.

Hanno fatto parte del Corteo i gruppi folkloristici degli Sbandieratori Terra di Capurso, la “The Free Band” di Bitonto, la Bassa Banda de la “Banne de le chiacune” diretta dal Maestro Vito Guerra, i timpanisti “Militia S. Nicola”, il gruppo “u Sciaraballe”, il gruppo musicale di fiati di Carbonara, Centro Anziani GEA di via Dante a Bari, molte maschere quali Marcoffie (maschera barese), giullari, pierrot, saraceni, pagliacci e i due giudici che hanno processato “Zii Rocche”.

Il corteo, seguito da numerosissime persone, è partito da Piazza Cattedrale, ha percorso dapprima le strade di Bari Vecchia fino a giungere su Corso Vittorio Emanuele, poi parte delle vie Argiro e Sparano, si è insinuato in piazza Massari, ha fiancheggiato il Castello Svevo, sino a rientrare in piazza Duomo dove era in attesa una chiassosa e allegra moltitudine di turisti e cittadini baresi.

Sul sagrato del Duomo di San Sabino erano anche in attesa due giudici che con le loro arringhe si sono giocate le sorti del malcapitato “Zii Rocche”. Uno dei due giudici, non poteva che essere Michele Fanelli, presidente del Circolo Acli-Dalfino Michele Fanelli. Inevitabile la condanna al rogo del povero “Zii Rocche”. Di seguito è iniziata la ”Sagra del Calzone” con esibizione di gruppi musicali e vendita del tipico calzone di cipolla, di squisitissima focaccia e di ottimo vino rosso amabile. La serata è stata sponsorizzata da Radio Popizze; come ospite d’onore c’era l’artista barese Nico Salatino.

Il presidente del Circolo Acli-Dalfino Michele Fanelli ha affermato: ”Abbiamo riportato (4^ edizione) questa tradizione che era scomparsa dalle strade di Bari Vecchia. Il funerale di Zii Rocco è un rito di con conclusione del carnevale barese; è un momento di massima trasgressione che vede Zii Rocche condannato a morte per impiccagione e poi bruciato: con le sue ceneri inizia la Quaresima”.

Alla particolarissima manifestazione ha partecipato anche il sindaco Antonio Decaro intervenendo sul palco davanti al Duomo dedicato a San Sabino.

Il funerale di Zii Rocche” è un’antica usanza dell’ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso. In passato il fantoccio era portato a spalla o su un traino e percorreva le strade della città vecchia. Tra le sue gambe veniva apposta un’enorme carota (la “bastenéche”), segno di virilità. Tradizionalmente facevano parte del funerale anche “U stannarene”, una canna di bambù con il piumino (“cannedole che stupeue”), “U menzignore che le chìrichette” che portavano l’incenso, gli uomini erano vestiti da donne e viceversa, i ragazzi che portavano il cuscino (“u chescine”) di fiori nel vaso da notte (“u prise”), uno sposo vestito da donna (“zita”) e la zita vestita da sposo (la zita portava un “buché” di carote piccole) ed infine il feretro. Il carro funebre era addobbato con tante verdure quali rape, finocchi, sedano, bietole, insalata, cavoli, ravanelli e tanti fiori. Il popolo seguiva Zii Rocche che piangeva e gridava per il dolore. Dopo aver percorso le vie della città vecchia il fantoccio veniva bruciato e distrutto per cancellare la trasgressione ed il peccato prima della Quaresima. Al termine del funerale le maschere rallegravano la città nuova.

 
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