Troia - Cattedrale

Le città ammiccano. Discretamente, quasi di nascosto, per vedere se si è attenti a cogliere quella sfumatura. Focalizzata distrattamente, magari con la coda dell’occhio; oppure frutto di un secondo momento di concentrazione; oppure fulgida e palese, senza compromessi.

Per licinia Troia ammicca da un occhio di pietra:
Non sempre chi visita la Puglia sa che un piccolo borgo della provincia di Foggia – Troia – possiede un gioiello architettonico unico nel suo genere: il rosone che spicca nella facciata della concattedrale, costruita intorno al 1100, in stile romanico con influenze pisano-orientali. Sembra un merletto, con le sue 11 colonnine ed al centro la figura di Gesù (11 gli Apostoli, senza Giuda).

Milano - Piazza del Duomo

La grazie e la gentilezza di Milano si ravvisano nei suoi lineamenti posati ed eleganti. È la controparte sobria della città “da bere”, che Ibrahim Malla omaggia da par suo:
Milano è una città stupenda che non ostenta le proprie meraviglie, come una signora elegante non mette in mostra i propri gioielli. Il centro è ricco di luoghi celebri, come il Castello Sforzesco e piazza Duomo ma anche di tesori da scoprire, come la chiesetta di Santa Maria presso San Satiro, a pochi passi dal Duomo ma quasi introvabile, che contiene un’opera geniale del Bramante.

Lucca

Quando la timidezza è eccessiva, la città si nasconde. È un lascito dei secoli passati: l’etichetta di allora imponeva misure di difesa rigide (in tutti i sensi) e il passeggero distratto non può lanciare un’occhiata solo al guscio dell’ostrica, ma deve farsi avanti ed abbagliarsi della perla. Fador solleva deciso il velo di Lucca:
Piccolo gioiello d’arte dove le chiese, le torri e i palazzi sono testimonianza di un passato illustre. Una particolarità della cittadina è il viale alberato sulla sommità di mura cinquecentesche, che permette una suggestiva passeggiata di circa 4 km dove è possibile osservare la città dall’alto. Numerose le cose da vedere, dalle chiese (è detta la città dalle 100 chiese) ai palazzi signorili.

Cremona

Cosa cela Cremona che noi non immaginiamo? All’ombra dell’austero Torrazzo, rsegni e rappresentazioni suggeriscono misteriose suggestioni (e chi conosce il “Codice Da Vinci” lo sa). photo studio ci fa notare che:
Come in quella di Leonardo da Vinci, anche nel Duomo vi è una raffigurazione dell’ultima cena dove Giovanni è chiaramente una figura femminile. Ma l’incredibile è che il quadro è esposto nella Cappella della Maddalena, dove sono raffigurati i vari momenti della vita di Maria. Inoltre nelle altre scene come “Noli me tangere” e “Il lavaggio dei piedi” la donna ha gli stessi lineamenti e abiti simili.

Grosseto




Chi ha avuto la fortuna di viverli, certi scampoli di bellezza che non torneranno, può solo serbarli nel cuore… e trovare le parole adatte a tramandare il luccichio di quei giorni. Una Grosseto che non c’è più, ma ancora intatta dentro romanatome:
Grosseto fin da piccola ci sono venuta è la mia provincia ora la mia città… Ricordo da piccola con mia nonna dall’Isola del Giglio, l’ultimo viaggio in carrozza, mia nonna facendomi fare un giro disse “quando ritorniamo le carrozze non ci saranno più”.
La vecchia stazione dei treni, il negozio-esposizione attrezzi agricoli dove adesso è – l’Oviesse – Corso Carducci… così grande per me.

E non cessano di girare le lancette di questo gigantesco orologio che abitiamo.

(Foto di Daniele Lombardi, Paola Soressi, Francesca Prosperini, lemonelle, Adriano Di Benedetto)

 
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