tomba commemorativa di Enea

Nell’ambito delle iniziative culturali, relative alla Giornata Europea del Patrimonio, in provincia di Roma, nel territorio del comune di Pomezia, un buon numero di persone fortunate, ha avuto il piacere di poter visitare un sito archeologico eccezionalmente aperto per questa occasione.

Il sito si trova fra Torvajanica e Pomezia, in un’ampia area verde, privata, spartita fra la nobile famiglia Borghese e il complesso industriale della Johnson & Johnson, e si pensa fosse il punto dove Enea sbarcò sulle coste laziali, quando il mare non si era ancora ritirato.
Esso è composto da due blocchi di reperti protetti da una tettoia: uno è l’ “Heron” di Enea, ovvero la sua ipotetica tomba; l’altro, probabilmente è un luogo di culto religioso, essendo costituito da una fila di 13 are.

In realtà, il primo blocco non è una vera e propria struttura sepolcrale, bensì una costruzione evocativa, eretta in onore dell’eroe virgiliano; un tumulo che ha l’unico scopo di ricordare il personaggio, se si considera che esso è risultato risalente al settimo secolo a.C., mentre la cronologia storica data l’arrivo di Enea più o meno nel tredicesimo secolo, sempre a.C., dunque, quasi 6 secoli prima.

Il secondo blocco di reperti fa forse parte di un santuario o, comunque un luogo sacro, meta di pellegrinaggi da parte di numerosi popoli che visitavano l’Italia, vista la presenza di un altro blocco edilizio adiacente, probabile resto di un centro di ospitalità.

ara a "C" greca, in tufo

Lo stile delle are, create in materiale tufaceo, con le alzate bombate, e la forma a “C” greca, datate fra il sesto e il quarto secolo a.C., porta a supporre un’ispirazione all’arte greca da parte dei costruttori, ma ciò che stupisce è il loro allineamento, il quale fa pensare a possibili influssi ed utilizzi astronomici.

All’epoca infatti, come alcuni disegni mostrano, gli altari erano disposti in modo che, nel suo movimento, il Sole colpisse le are ad una ad una, man mano che si spostava nell’arco della giornata, soprattutto dal mattino a mezzogiorno, segno questo che presume lo svolgimento di particolari culti durante le ore diurne.

Usciti dai capannoni che salvaguardano i reperti, in mezzo al verde di campi coltivati, si erge piccola e timida la chiesa sconsacrata della Madonnella, datata probabilmente in alto Medioevo.

A pochi chilometri dal sito archeologico s’incontra, un pò nascosto, il Borgo Medievale, databile intorno al 1200, collocato in un territorio, proprietà della famiglia Borghese che ancora ne tutela la conservazione. Il sito non è facilmente visitabile senza la richiesta di alcuni permessi fra cui quelli dei proprietari del terreno su cui sorge e l’autorizzazione della Sovrintendenza ai Beni Culturali, essendo gli scavi ancora in corso.

 
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Commenti (4)


  1. non avevo letto prima questo fotoreportage, ma ora che l’ho fatto ringrazio puppylion di averlo scritto perchè mi ha fatto conoscere qualcosa di cui non sapevo nemmeno l’esistenza e a cui approdare il più presto possibile. Bel lavoro. Grazie!


  2. Grazie Ema, ciao.
    Non so tu di dove sia, ma questo luogo si trova in provincia di Roma, dopo Pomezia, e non è facile individuarlo perché è molto nascosto e poco reclamizzato, ma se vuoi sapere dov’è, vai sulle mappe di Google e digita: “Pratica di Mare”,dove troverai il borgo; poi digita: “Johnson&Johnson” e troverai, approssimativamente, il sito archeologico (sta un pò più giù, ma sulla mappa non è indicato).Come ho scritto sull’articolo, per ora l’accesso al sito è difficoltoso poiché gli scavi sono in corso e, se si vuole visitarlo, bisogna chiedere un pò di permessi, ma non è impossibile. Il borgo, invece, è più agevole e, poco lontano dal borgo, c’è anche un piccolo, graziosissimo museo. Se, e quando, potrai, vacci. :-) . Sono luoghi molto interessanti.


  3. Grazie. Spero di poter peovvedere molto presto!


  4. Fìgurati. E’ vero che ottenere i permessi è difficile, ma non ci sono limiti di tempo. Questi posti sono sempre lì. :-)

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