L’ASD Fortitudo Mozzecane CF, nel campionato di calcio femminile 2011-2012 di serie A2 girone A, è arrivata prima con 70 punti, con 22 vittorie e 4 pareggi.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Giuseppe Boni, socio fondatore, dirigente/allenatore della società di Mozzecane, comune in provincia di Verona.

Non era nei vostri pensieri ma la promozione in serie A è arrivata dopo una cavalcata, senza sconfitte, ostacolata solo dalla resistenza del Monza, che ha concluso a tre punti.
E’ vero che l’anno scorso la squadra ha giocato molto bene, è arrivata quarta e fino a 3 giornate dalla fine eravamo ancora in lotta per la promozione, senza dimenticare che tutte le avversarie della passata stagione ora sono anche loro passate in serie A (Napoli, Perugia, Pordenone e forse ora anche Siena), ma da lì a pensare di vincere il campionato ce ne passa; certamente l’abbiamo meritato, abbiamo giocato sempre un gran bel calcio offensivo (altrimenti non si segnano 95 reti), abbiamo retto mentalmente alla pressione del Monza e fisicamente ad un campionato quattro partite più lungo rispetto agli altri anni. Questa è un’impresa che andrebbe maggiormente valorizzata!

Dopo quale partita ha capito che era fatta?
La vittoria in casa del Monza (nel girone di andata) ci ha fatto rendere conto che non eravamo in testa per caso (come l’anno prima), ma lo spirito mio e di tutta la squadra ci ha fatto capire di esser riusciti a fare qualcosa di incredibile solo dopo la vittoria in casa dell’InterMilano (penultima giornata); non abbiamo trascurato nemmeno l’ultima in casa contro l’Oristano, ma dopo il precedente tour de force l’abbiamo affrontato con maggior tranquillità.

I verdetti del girone A rispecchiano i suoi pronostici di inizio campionato?
Qualcuno ha detto che noi eravamo favoriti, ma noi non l’abbiamo mai pensato e credo che Fortitudo e Fiammamonza siano state due vere sorprese; credo invece che queste due squadre abbiano ampiamente meritato le due piazze, noi abbiamo giocato sempre molto bene, sono state proprio poche le vittorie di misura o le partite incerte; probabilmente l’Alessandria (pareggio nostro a tempo scaduto in casa e sofferta vittoria 0-1 in trasferta) è quella che ci ha fatto più tribolare e quindi forse avrebbe potuto racimolare qualche punto in più.

Quali sono stati i punti di forza della rosa?
Il nostro attacco è stellare, anche perché l’intera squadra costruisce molto bene la manovra mettendole in condizione di andare spesso in goal; il gioco largo sugli esterni favorisce l’apertura delle difese avversarie ed in quegli spazi Perobello (27 reti) e Boni (21 reti) possono mettere a frutto le loro grandi qualità finalizzatrici.

C’è una partita particolarmente sentita dalla società e dai tifosi?
No purtroppo quest’anno la DCF ha inserito le nostre tradizionali avversarie (12) del Triveneto nel girone B escludendo la sola Fortitudo che quindi è andata a finire nel girone A, poco conosciuto e senza rivalità particolari, ma certamente questa lacuna verrà colmata nel corso della prossima stagione dato che andremo ad incontrare il grande Bardolino (Verona unica provincia d’Italia con 2 squadre).

Il sogno è diventato realtà. Secondo quali linee guida vi state muovendo per la nuova avventura nella massima serie?
La nostra linea societaria non cambierà, ad ogni promozione ottenuta sempre sul campo abbiamo sempre fatto seguire passi misurati. Quindi cercheremo anche questa volta di riempire quelle lacune che la squadra ha dimostrato di avere senza fare follie. Certamente non abbiamo intenzione di fare la squadra materasso.

E con quali obiettivi allora?
Il nostro obiettivo alla prima avventura nella massima serie sarà quello della salvezza, cercando di adattarci a questo nuovo step e di valorizzare le ragazze del nostro settore giovanile.

A suo giudizio, si può fare di più per tutelare la salute degli sportivi e, in particolare, delle calciatrici dalle più piccole a quelle impegnate, nel vostro caso, in serie A?
La mia speranza è che un giorno lo sport dilettantistico possa avere delle risorse più adeguate ed ufficiali, per fare in modo che tutto il bene che viene continuamente fatto per la crescita di tutte queste giovani attraverso lo sport sia strutturale e non per la volontà di singoli Don Chisciotte.

 
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