Giancarlo Sagramola

Gli elettori di Fabriano, comune in provincia di Ancona, nel primo turno delle comunali 2012 potevano scegliere tra sette candidati a sindaco. Nessuno di essi, però, ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, pertanto i due più votati sono candidati al ballottaggio del 20 e 21 maggio 2012.

Ha raccolto l’invito di Comuni-Italiani.it Giancarlo Sagramola, candidato a sindaco che al primo turno è stato scelto dal 38,91% degli elettori e sostenuto da una coalizione di liste composta da PD, UDC, Cresci Fabriano, IDV e Verdi.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Il lavoro prima di tutto. Fabriano sta soffrendo più di altre realtà gli effetti devastanti della crisi economica. La nostra coalizione raccoglie più forze politiche che hanno aderito a un progetto che ha messo al centro l’occupazione. Finora la filiera istituzionale rappresentata dal Modello Marche ha tutelato e protetto lavoratori e imprese in difficoltà, penso ai fondi di garanzia per le aziende, alla formazione, alla cassa integrazione in deroga. Adesso si tratta di crescere verso nuovi indirizzi di sviluppo. Da un prodotto fatto in capannoni, che comunque rimangono importanti, dobbiamo passare a una fabbrica a cielo aperto, che è rappresentata da nuovi lavori che potranno svilupparsi dal turismo, dall’ambiente e dalla cultura. Il nuovo prodotto sarà un servizio di qualità per i turisti e per i cittadini di questo territorio.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Voglio stare il più possibile vicino alla gente, ascoltare le persone, per poter trasformare le loro idee in progetti amministrativi per la città.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
In realtà sono sei e si racchiudono in sei parole chiave: Terra come ambiente e risorse naturali, ma anche territorio, includendo le frazioni che sono parte integrante della città. Ferro come lavoro e piccole imprese, che debbono entrare in rete per uscire dalla crisi, ma anche come grandi aziende e domotica a sostegno dell’innovazione. Carta come percorso culturale legato al museo e alle tradizioni fabrianesi. Microchip come conoscenza e programmazione del software libero e Fabriano potrebbe diventare una Linuxlandia, con il web perfettamente integrato e a servizio della società. E ancora sport come cittadella dello sport, veicolo del turismo ed elemento educativo. Infine, salute come sviluppo della città del check up, dove venire per fare tutti gli esami e godersi ciò che Fabriano offre, e come ospedale, struttura di servizi di alta qualità, fortemente integrata con il territorio.

Alla luce degli scandali che coinvolgono la politica italiana, teme una forte astensione alle urne? Ed eventualmente con quali argomenti pensa di convincere gli elettori?
A Fabriano l’astensione è aumentata di sette punti percentuali dal 2007 alle elezioni del 6 e 7 maggio scorsi. Sono molti ed è necessario coinvolgere nuovamente i cittadini, renderli partecipi. Ed è proprio quello che intendiamo fare con la nostra coalizione: dare sfogo alla voglia di partecipazione dei cittadini che c’è ed è stata espressa chiaramente nell’ultima tornata elettorale. Non dobbiamo convincere nessuno, c’è un programma molto chiaro e chiediamo ai cittadini di confrontarsi con questo programma e siamo convinti che ci si ritroveranno in pieno.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Ci sono sei azioni che metteremo in pratica fin da subito: un nuovo programma di manutenzione e cura per la città e per le frazioni, che sono parte integrante del Comune di Fabriano; aliquota Imu sulla prima casa ridotta al minimo per venire incontro alle esigenze dei cittadini che si trovano maggiormente in difficoltà; lotta all’evasione; tariffe dei servizi gestiti dal Comune bloccate; avvio alla realizzazione della cittadella dello sport, infatti la nostra nuova piscina comunale e tutti gli altri impianti sportivi sono in grado di ospitare eventi importanti di carattere nazionale e interregionale e attraverso questi vogliamo dare visibilità alla nostra città. Infine, vogliamo realizzare il circuito dei mille passi: un percorso di valorizzazione dei poli culturali fabrianesi che va dal Museo della carta, passando per il San Benedetto, lo Spedale del Buon Gesù, il Palazzo del Podestà, il Teatro Gentile e il San Francesco.

In tempi di crisi e di drastici tagli ai trasferimenti ai comuni, come pensa di garantire i servizi al cittadino e le politiche sociali?
La mia esperienza nella pubblica amministrazione viene proprio dai servizi sociali. E questo sarà un settore estremamente importante nel programma amministrativo. È vero i tagli ai Comuni sono ingenti ed è difficilissimo amministrare in questo momento. Ecco perché serve chi ha esperienza alle spalle, ecco perché Fabriano, ora come ora, non può permettersi sindaci part-time prestati alla politica. Credo che i servizi al cittadino non solo non vanno toccati, ma vanno anche implementati. Inoltre, le tariffe vanno bloccate. Le famiglie non possono permettersi di pagare più di quanto già stanno facendo con sacrificio.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il federalismo fiscale, sul piano dei principi, ha compiuto passi in avanti, ma il suo percorso di attuazione sarà lungo e impegnativo. Gli Enti locali sono stati protagonisti di questo risultato, preoccupandosi innanzitutto dei diritti essenziali dei cittadini, quali salute, sicurezza sociale ed istruzione. Ora il federalismo deve essere riempito di fatti concreti, procedure sostanziali e cifre ben definite. L’impianto di fondo del federalismo, pur con alcuni miglioramenti da apportare in sede attuativa, può costituire una risorsa per rilanciare il territorio. Avvicinare le decisioni al territorio per una più efficace verifica da parte dei cittadini; responsabilizzare la pubblica amministrazione rispetto ad una corretta gestione dei vincoli di bilancio; favorire il passaggio dalla spesa storica ai costi standards efficienti, elevando la qualità dei servizi alla comunità; favorire la solidarietà verso territori più fragili e in difficoltà, sono tutti obiettivi di modernizzazione che vanno nell’ottica di rilanciare il territorio.

E’ sempre attuale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Vogliamo sostenere l’utilizzo di tecnologie volte al risparmio energetico sia sul patrimonio edilizio esistente sia sulle nuove costruzioni, attraverso forme di riduzione del costo dell’investimento. Pensiamo ad incentivi che possono arrivare fino al 42%. Inoltre, vogliamo favorire la realizzazione di impianti anche di grandi dimensioni su superfici già sfruttate per altri scopi, come tetti di capannoni, edifici pubblici, centri commerciali parcheggi e altri terreni già sottratti all’uso agricolo. Bisogna anche favorire gli incentivi per la crescita delle energie rinnovabili sviluppando le previsioni del PEAR. E nell’ottica dello sviluppo ecosostenibile dobbiamo aderire alla strategia Rifiuti Zero, pensando ai rifiuti non più come un problema ma come una risorsa e progettare una rete di piste ciclabili, sia urbana che extraurbana.

Rispetto alla necessità ineludibile di una maggiore trasparenza nella gestione della cosa pubblica, quali misure adotterà la sua amministrazione?
Noi concepiamo il Comune come un palazzo di vetro, in cui tutti possano vedere e osservare con i propri occhi ciò che si sta facendo all’interno del Municipio. Dunque, massima trasparenza, compreso gli stipendi di amministratori e dirigenti, che sono già online come previsto dalla legge.

A fine mandato che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Spero di poter consegnare una città che guarda al futuro con maggior fiducia. Una città dove il lavoro non è più rappresentato solo dalla fabbrica, ma anche dalla cultura, dal turismo , dall’ambiente. Una città di servizi e con un maggior senso di coesione e comunità.

 
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