Una formazione dell'AC Monza 1912

L’AC Monza Brianza 1912 S.p.A. partecipa al campionato nazionale 2011-2012 di calcio di Lega Pro prima divisione girone A.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Marco Ravasi, responsabile ufficio stampa e comunicazione della società di Monza, comune in provincia di Monza e della Brianza.

Tra quattro mesi festeggerete il centenario del calcio a Monza. Quali sono le iniziative previste?
Presenteremo le iniziative per il centenario, che si festeggia il primo settembre 2012, solamente alla fine dell’attuale stagione calcistica. A giugno verrà fatta una conferenza stampa apposita.

Dopo 30 partite, e a quattro dalla fine, avete 27 punti con 6 punti di ritardo per uscire dalla zona play out. Ancora tutto in gioco?
Matematicamente la salvezza sarebbe alla nostra portata, considerando anche l’imminente partita con il Como, che attualmente ci precede di 6 punti e che è la prima squadra “salva”.

Quale partita tra quelle finora disputate ricorda maggiormente?
Purtroppo sono solo cinque le vittorie biancorosse al momento, tutte ottenute con ottime prestazioni, direi che le più emozionanti sono state vincere ad Avellino su un campo difficilissimo ed imporsi “in trasferta” nel nostro Brianteo contro la Tritium (3 a 1 per il Monza il finale).

Vincenzo Iacopino

C’è un derby che storicamente infiamma i tifosi?
La sfida con il Como, dietro la quale si cela una storica rivalità fin dagli anni sessanta, è la più sentita dai nostri tifosi.

Quali sono gli atleti di punta della rosa a disposizione di mister Gianfranco Motta?
Il nostro giocatore più rappresentativo è sicuramente il capitano Vincenzo Iacopino, alla sua sesta stagione in biancorosso, in rosa abbiamo giocatori esperti con un passato illustre come Cristian Zenoni, Roberto Colacone e Mattia Biso ma anche diversi giovani emergenti sia cresciuti nel nostro vivaio che provenienti da altre squadre. Abbiamo un’età media molto giovane.

Un suo pronostico sulle squadre che lotteranno per la promozione in serie B e su quelle che rischiano di retrocedere.
Riguardo la serie B, la Ternana ha dimostrato di avere una forza (unita alla continuità) non indifferente, anche se il Taranto è alla sua altezza ma è stato frenato da problemi societari con conseguenti penalizzazioni. Occhio però al Carpi, squadra concreta e in ascesa. Anche per la retrocessione la questione ancora aperta, allo stato attuale il Foligno rimane la squadra con meno possibilità di salvezza ma sta attraversando un buon momento e non è per nulla spacciato. Per la seconda candidata è tutto ancora da definire, purtroppo per noi.

Cristian Zenoni

Quale ritiene sia la mission del campionato di Lega Pro nel sistema calcio italiano?
Il campionato di Lega Pro può definirsi una specie di B2, con squadre di città importanti e realtà un po’ più piccole. Ha il pregio, rispetto a B e A, di incentivare l’utilizzo dei giovani, cercando anche di calmierare i costi vivi che per una società di calcio professionistico sono molto alti.

Soddisfatti anche dell’andamento del settore giovanile?
Il nostro vivaio è il fiore all’occhiello della nostra Società, da sempre ha sfornato talenti divenuti poi protagonisti del calcio nazionale e internazionale. Quest’anno le nostre categorie agonistiche stanno andando bene, Berretti e Allievi Nazionali sono vicine a qualificarsi alle fasi finali nazionali e anche Allievi Regionali, Giovanissimi Nazionali e Regionali non hanno sicuramente sfigurato.

I giovani sono sempre attratti dal calcio?
Credo che il calcio per i giovani sia ancora affascinante ma non come lo era per le scorse generazioni. Personalmente (sono del 1967) da ragazzo vivevo per il calcio e lo facevano tanti miei coetanei, aspettavamo la domenica esclusivamente per il campionato e 90° Minuto era il top dei programmi televisivi. Al giorno d’oggi il calcio è molto più inflazionato, con partite quasi tutti i giorni e per questo motivo non suscita più l’emozione dell’attesa di una volta.

Crede che si possa fare di più per tutelare la salute degli sportivi e, in particolare, dei calciatori dai più piccoli a quelli impegnati, nel vostro caso, in Lega Pro?
E’ importante avere a disposizione uno staff medico di livello, che operi bene sia in fase di prevenzione che in fase di convalescenza d’infortuni o eventuali malattie. Occorre anche che le società si appoggino a strutture mediche di prim’ordine. Dopo la recente scomparsa di Piermario Morosini, a mio parere si dovrebbe anche insegnare l’utilizzo dei defibrillatori anche a tutti gli addetti ai lavori, compresi quelli che si occupano dei vivai.

Dopo ben cento anni come sono radicati nella comunità di Monza la passione, l’interesse per i biancorossi?
Negli ultimi anni purtroppo è un po’ scemato l’interesse dei monzesi per la squadra di calcio cittadina, ad eccezione di uno “zoccolo duro” che sogna fin dagli anni 70 il Monza ai piani alti del calcio italiano. A Monza a mio parere manca un po’ di sano campanilismo magari presente in altre città lombarde come Bergamo, Varese, Cremona, ecc… la vicinanza di Milano distrae un po’ le attenzioni sportive di molti. Certamente se il Monza lottasse a lungo per obiettivi importanti, si potrebbe creare maggior seguito…

Mattia Biso

C’è competizione con le altre società sportive, quindi non solo di calcio?
A Monza purtroppo tira aria di crisi in tutti gli sport, basti pensare che lo scorso anno è scomparsa la storica squadra di basket cittadina Forti e Liberi, che esisteva dal lontano 1878. Inoltre la proprietà della squadra di pallavolo Acqua Paradiso Monza, ai vertici della serie A del volley, ha appena annunciato che non s’iscriverà al prossimo campionato. Negli anni scorsi è inoltre sparita la squadra del Roller Monza, campione italiano di hockey pista e l’altra squadra Hockey Monza non milita più da anni nella massima serie. Questa disciplina era lo sport più seguito dopo il calcio qui a Monza. Sembrerebbe che a Monza lo sport interessi poco all’imprenditoria e alle istituzioni e si può affermare che comunque nessun’altra disciplina qui ruba spazio al calcio.

Come giudica la copertura mediatica del vostro campionato e della sua squadra?
Monza non ha un vero e proprio quotidiano cittadino, solamente tre periodici settimanali. Solo una testata nazionale, l’unica che ha una redazione monzese, ci dedica spazio più volte la settimana e con essa abbiamo anche iniziato una partnership. Il nostro sito ufficiale è molto seguito così come altri non ufficiali che però parlano perlopiù di noi. A livello di campionato Lega PRO alcuni grandi piazze hanno sicuramente più risorse mediatiche e quindi il seguito d’interesse aumenta.

La crisi economica come condiziona i programmi di una società di calcio di Lega Pro?
Sicuramente sì, com’è giusto che sia se un imprenditore ha difficoltà a investire nelle aziende, non spende danaro per lo sport, seppur sarebbe socialmente utile per mille motivi.

Siete protagonisti anche di iniziative sociali, benefiche?
Spesso la squadra e la società biancorossa sono coinvolte in iniziative benefiche, alle quali però si è scelto di non dare esposizione mediatica. Frequenti sono le visite negli ospedali per strappare qualche sorriso ai bambini e a volte alcuni nostri giocatori o dirigenti sono ospiti di eventi a scopo benefico.

 
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