In merito al reclutamento di 13 archeologi da assegnare alla Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Pompei, la Federazione Archeologi Professionisti (FAP) denuncia con fermezza la totale inadeguatezza dei criteri di formazione della lista nazionale degli idonei e la superficialità adottata per la compilazione del decreto, che va in totale deroga al principio del Concorso del 2008, essendo stato bandito su scala regionale e non nazionale.
Pertanto non si comprendono i criteri “razionali” ed “espliciti” posti alla base della graduatoria pubblicata che, a nostro avviso, non ha alcun valore nazionale.

La Federazione Archeologi Professionisti, essendo consapevole che urge potenziare le strutture pubbliche della tutela, auspica prima di tutto che ciò avvenga attraverso un sostanzioso incremento del personale tecnico‐scientifico delle Soprintendenze, da assumere con criteri di selezione, trasparenti, oggettivi ed attenti ai livelli di competenza.
La vicenda a cui si assiste nega valore alle competenze e non permette un percorso lineare di adeguamento dell’organico delle strutture preposte alla Tutela, replicando una politica di intervento basata su una malleabile e pratica attività di “improvvisazione”.

La Federazione Archeologi Professionisti sostiene a tal riguardo la formulazione di un nuovo concorso pubblico di reclutamento, soprattutto nelle Regioni escluse nel 2008, per aprire una stagione di regole certe e ribadisce la necessità di concepire e programmare per il prossimo futuro un sistema di riforma strutturale della politica dei Beni Archeologici a partire dal riconoscimento della figura dell’archeologo e dalla definizione di nuovi profili tecnico‐professionali, base per il rinnovamento delle piante organiche degli uffici di Soprintendenza.

Bisogna tentare di fermare meccanismi che agiscono solo e soltanto su stati di emergenza. Si tratta di stabilire le regole di una buona amministrazione e di indicare quali siano le migliori strategie di intervento per costruire un sistema di tutela e promozione migliori.

Per tali ragioni si invitano i Signori Soprintendenti, le Direzioni Generali e gli archeologi tutti, a vigilare ed a difendere la corretta prassi, per tutti garanzia di efficienza e di equità.

 
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