M. Roma Volley B2 2011-2012

La M. Roma Volley partecipa al campionato nazionale maschile di serie A1 e di serie B2 girone F, un girone composto da 14 squadre laziali e sarde.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Gianfranco Sacripanti, coordinatore del settore giovanile della società di Roma.

Siete la seconda squadra della società. Dopo 9 partite avete 14 punti in classifica. Quali sono i vostri obiettivi stagionali?
Come per gli anni precedenti il nostro obiettivo principale è quello di far crescere individualmente gli atleti per cercare di costruire giocatori che un giorno possano giocare nella massima serie. Il risultato di squadra è del tutto secondario.

Qual è il vostro punto di forza?
Il nostro punto di forza è la voglia di emergere che devono avere i ragazzi se ambiscono a diventare giocatori di alto livello. Parlare del punto di forza tecnico di ragazzi giovani è fuori luogo.

E quello più debole?
Il nostro vero punto debole è l’inesperienza. Buona parte dei ragazzi fino alla scorsa stagione giocavano in campionati regionali o addirittura provinciali. Se non avessero punti deboli sarebbero già atleti di alto livello.

Un pronostico su quale atleta potrebbe essere il MVP a fine stagione.
Non mi piace parlare di singoli. Ne abbiamo già più di uno che spesso si allena insieme alla Serie A. Sarà il tempo a dire che sarà riuscito ad emergere.

Tataru e Ottaviani

Nel girone F chi è favorito per la promozione e per i play off e chi potrebbe essere coinvolto nella zona retrocessione?
E’ ancora presto per fare questi discorsi. La classifica dice che squadre come Genzano o Tuscania sono attrezzate per cercare la promozione. Allo stesso modo dice che Casal de’ Pazzi e Lazio dovranno lavorare molto per evitare di essere coinvolte nella lotta per non retrocedere.

Il campionato nazionale di B2 cosa rappresenta, a suo giudizio, nel sistema pallavolo italiano?
Purtroppo rappresenta ancora una sorta di parcheggio per troppi ex giocatori. Piuttosto approfitto per esprimere il desiderio che possa rappresentare sempre più un serbatoio per “futuri” giocatori.

I canali sportivi gratuiti sul digitale terrestre, hanno aumentato la visibilità della pallavolo. Ritiene che sia un fatto positivo?
Come non si potrebbe non pensarla così? Tanto più in un periodo di crisi economica come quello che sta vivendo il nostro paese.

La scomparsa dai canali “generalisti”, per converso, può essere dannosa?
Questa domanda non corrisponde, per il vero, alla realtà. La pallavolo è rientrata con forza sulla RAI sia con il maschile che con il femminile. C’è rientrata con i campionati mondiali e gli europei. Tutto con grande ritorno per il movimento.

E’ lo sport preferito dalle donne, il settore rosa supera quello maschile. Come giudica la maggiore diffusione della pallavolo femminile? Lo ritiene un trend irreversibile?
Questo ormai non è più un trend, è una costante irreversibile ma non per questo negativa. A livello maschile la concorrenza di altri sport è assai maggiore ma questo deve essere uno stimolo e non un alibi. Dobbiamo migliorare ciò che c’è da migliorare per attrarre di più i ragazzi ed essere più appetibili di altri sport che spesso solo più “pompati” mediaticamente.

Sorgente con Di Peco, un allenatore

Negli anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Che le modifiche intervenute hanno migliorato ancora di più il nostro sport. Io a suo tempo non ne ero affatto convinto ma c’è voluto molto poco per cambiare idea. Non c’è paragone fra il patos che contiene una partita di oggi rispetto alla noia del vecchio cambio palla che era anche difficilmente comprensibile per i profani.

Cosa eventualmente cambierebbe?
Così di getto mi vengono in mente due regole che non mi piacciono: il net in battuta, che rischia di affidare solo alla fortuna la sorte di una partita e l’abolizione delle invasioni a rete.

Nel vostro girone ci sono altre squadre romane. Riuscite nella grande metropoli a ritagliarvi un vostro “spazio”?
A Roma è difficile per qualsiasi sport che non sia il calcio ritagliarsi uno spazio proprio. E’ un lavoro difficile anche con la squadra di serie A figuriamoci con i campionati minori. Per quanto riguarda invece i rapporti con le altre Società del territorio credo che siamo davvero a buon punto anche se c’è sempre da fare meglio. Per quanto concerne le istituzioni preferisco non esprimermi anche perché è un campo che non mi compete.

La crisi economica condiziona la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
Altroché se la condiziona. E noi in questo periodo di crisi siamo ancora una società fortunata dove la passione del gruppo Mezzaroma ci consente di investire sui giovani e di lavorare con serenità.

Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Siamo sempre ben lieti e disponibili a partecipare alle iniziative in cui si chiede il nostro coinvolgimento. Spesso la Lega Serie A organizza giornate dedicate a qualche associazione meritevole di sostegno e noi non ci tiriamo mai indietro.

 
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