L'ASD Giotto Volley 2011-12

L’ASD Giotto Volley partecipa al campionato nazionale maschile di serie B2 girone H.
Intervistiamo Salvatore Pellegrino, Direttore Sportivo della società di Casoria, comune in provincia di Napoli con circa ottantamila abitanti.

Il precedente campionato di B1 è terminato con una retrocessione. Dopo cinque partite avete 6 punti. Risultati in linea con gli obiettivi prefissati per la B2?
Gli obiettivi che noi ci prefissiamo ogni anno sono, e devono essere, sempre in linea con il nostro budget. Quest’anno, come il precedente, le nostre disponibilità economiche non ci hanno consentito di allestire una squadra che possa aspirare ad obiettivi di primo livello. I risultati finora ottenuti sono perfettamente in linea con l’obiettivo di quest’anno che è quello di un campionato tranquillo, seppur, su 5 partite, abbiamo incontrato tre tra le pretendenti alla promozione che sono Casarano, Squinzano e Martina Franca.

Qual è il vostro punto di forza?
Abbiamo una squadra che può contare tra le sue fila atleti del calibro di Pacecchi, Ferrentino, Vitale e Fasulo, ognuno dei quali eccelle in un fondamentale, comunque penso che il nostro punto di forza sia l’attacco, che però non può funzionare se non funziona la ricezione e/o la difesa.

Salvatore Pellegrino

E quello più debole?
Sicuramente il muro: dei tre centrali in squadra solo Lumia può vantare una certa esperienza in campo nazionale; Nikolaiev e Frongillo sono nuovi della categoria e la velocità alla quale sono abituati non è quella della B2, ma siamo certi che miglioreranno velocemente.

Un pronostico su quale atleta potrebbe essere il MVP a fine stagione.
Tutta la squadra può aspirare a questo titolo e tutta la squadra contribuisce ai risultati.

Nel girone H chi è favorito per la promozione e per i play off e chi potrebbe rischiare di retrocedere?
Vedo favoriti: Casarano, Squinzano e Martina. Outsider: Torricella e Alessano.
Per la retrocessione purtroppo vedo solo squadre campane: Baiano, Cicciano, S.Marzano e per la quarta c’è ancora da vedere.

Nella pallavolo italiana, cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
Sono dell’avviso che la B2 dovrebbe essere riorganizzata in modo diverso: al momento rappresenta la quarta serie, ma i valori che esprime sono molto bassi.
Un campionato di B2 costa alle società tanti soldi, che, se spesi bene, possono assicurare anche il prosieguo nella serie superiore, ma con piazzamenti molto scadenti. Per fare il salto di qualità, dalla B2 alla B1, si deve contare su un budget almeno raddoppiato. Inoltre in B2 militano ancora molti atleti attempati provenienti dalle serie superiori e che fanno avere poco spazio ai giovani. Io sarei per una serie C Interregionale e per un’unica B con più gironi e più squadre dell’attuale B1.

Sergio Calabrese, mister dell'ASD Giotto Volley

Con la presenza di canali sportivi gratuiti, grazie alla diffusione del digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e… degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
Non sono d’accordo con quanto asserito: a mio avviso il volley, specie nell’ultimo periodo, ha perso molti appassionati a vantaggio del calcio che ci propinano tutti i giorni, a fronte di qualche striminzita partita di volley di A2 maschile che ci trasmettono una volta a settimana e nessuno sa che lo fanno.
Se la diffusione si potesse fare in modo diverso partendo dalla base, forse avremmo più successo. Per quanto riguarda gli sponsor, non credo che traino dei vantaggi da questo: molti son locali.

La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
Non ha apportato nessuna modifica.

E’ lo sport preferito dalle donne, il settore rosa supera quello maschile. In Campania, in considerazione delle criticità in cui versa il settore maschile in ambito nazionale e regionale, non sono previste limitazioni relative all’utilizzo di atleti OVER in serie C maschile 2011-2012. Come giudica la maggiore diffusione della pallavolo femminile?
Il fatto che nel volley le donne siano più degli uomini, dipende dal fatto che le stesse sono poco attaccate al calcio e si dedicano ad altri sport. Non a caso, nel volley, sono sempre state più donne tesserate che uomini. A questo si aggiunga i successi della nazionale femminile, contro gli insuccessi di quella maschile e si traggano le somme. In ogni caso, comunque se ne parli, al femminile o al maschile, l’importante è che se ne parli.

Lo ritiene un trend irreversibile?
Per il volley sì.

Negli ultimi anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Serve a rendere le partite più spettacolari e va bene, ma ne va anche della tecnica: oggi non si riesce a trovare un buon giocatore “di mano” perché nessuno sa più fare il bagher, e i più alti, dai primi rudimenti, gli allenatori li fanno giocare al centro, venendo quindi sostituiti dal libero già nell’under 16. La stessa ricezione in palleggio ha fatto abbassare il livello tecnico.

Cosa eventualmente cambierebbe?
L’altezza della rete, differenziandola anche per serie (B2/B1/A2/A1).

Michele Pacecchi, capitano dell'ASD Giotto Volley

A suo parere perché il pur diffuso movimento pallavolistico napoletano non ha da anni una squadra in serie A?
Per diversi motivi. Il primo è un fattore economico: il nostro sport va avanti solo con gli sponsor e a Napoli il calcio li ha assorbiti tutti. Non ci sono imprenditori pronti ad investire nel volley, anche se adesso c’è una società che pare abbia trovato la giusta formula: l’Alma Mater di Peppe Morello, che sta facendo la B1M con buone prospettive già da quest’anno. Ha investito e continuerà ad investire: ne trarrà beneficio tutto il movimento: speriamo che Peppe raggiunga i suoi obiettivi.
Un altro motivo è la scarsa coesione tra le società: sono stati fatti molti progetti di lavoro insieme, ma sono tutti naufragati, perché gli obiettivi delle varie società sono diversi e non ci sono intenti comuni.

La crisi economica condiziona la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
Ne ho parlato prima ed è, a mio avviso la causa principale del decadimento del nostro sport. L’esempio tipico è la Sisley Treviso. Una società che per tanti anni è stata l’esempio da seguire, adesso è addirittura scomparsa, perché il suo sponsor principale, nonché proprietario della società, si è stufato.

Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Far fare sport ai ragazzi al Palacasoria, pagando fior di euro per il fitto orario e mettendo a disposizione allenatori del calibro di Pacecchi e Ardito (che si occupano delle nostre giovanili) e far pagare 30 euro al mese, per noi è una grande iniziativa sociale.

 
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