Capitan Nada

La Sant’Orsola Alba srl SSD partecipa al campionato nazionale di pallavolo femminile serie B2 girone A.

Rispondono alle domande di Comuni-Italiani.it Davide Scali, allenatore della serie B2, e Eugenio Olivero, D.S. della società di Alba, comune in provincia di Cuneo.

Mister Scali, dopo quattro partite avete solo 2 punti, arrivati nell’ultima giocata grazie ad una vittoria per 3-2 con la Pallavolo Galliate. Che cosa è successo?
Le motivazioni non sono semplici da trovare. Siamo una squadra nuova che sta cercando il suo equilibrio, sulla buona strada per quanto riguarda il gioco, ancora da sviluppare a livello di continuità, tenuto conto che la squadra presenta parecchi elementi piuttosto giovani.

Quali sono gli obiettivi stagionali?
La salvezza prima di tutto. La crescita delle nostre giovani per dare entusiasmo alla pallavolo di Alba.

Qual è il vostro punto di forza?
Battuta e difesa, per ora sono i fondamentali che stanno funzionando meglio.

E quello più debole?
Preferirei affrontare questi argomenti con la mia squadra.

Quale atleta potrebbe caratterizzare positivamente questa stagione?
Parlo raramente degli atleti singoli. In questo caso vorrei menzionare il nostro capitano, attaccatissimo alla sua maglia, che da sempre l’anima per la squadra della sua città (come le altre del resto). Potrebbe essere la nostra arma in più.

Davide Scali

In questo girone A, con 13 squadre perché il Progetto Volley Orago è stato ripescato in B1, quasi completamente rinnovato (squadre liguri, piemontesi e due della provincia di Varese) chi lotterà per la promozione e i play off e chi potrebbe rischiare di retrocedere?
Difficile dirlo adesso. Da quello che si può evincere dalle fasi iniziali del campionato, Pinerolo e Trecate hanno qualcosa in più di tutte le altre. In questo duello potrebbero inserirsi due, massimo tre squadre. Le altre lotteranno, presumo, tutte per il posto dal 5-6 alla zona retrocessione, credo con grande equilibrio.

Nella pallavolo italiana, cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
L’ultima categoria “nazionale”. L’anticamera dell’alto livello. Spesso impegni molto elevati con atlete di grande professionalità, che però hanno una loro vita lavorativa che spesso non riguarda questo ambiente e richiede molto impegno. Un campionato molto difficile dal punto di vista della continuità delle atlete.

Avete anche una squadra in serie D?
Sì. Composta interamente da giovani atlete (’91, ’93, ’94, ’95 e ’96).

Con la presenza di canali sportivi gratuiti, grazie alla diffusione del digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e… degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
Assolutamente sì.

La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
Potrebbe esserlo. Non sarebbe male che tutti potessero scegliere di vedere una partita, ritrovandosi a guardarla anche per caso.

E’ lo sport preferito dalle donne, il settore rosa supera quello maschile. Come giudica la maggiore diffusione della pallavolo femminile?
Il settore maschile deve affrontare una concorrenza molto importante di altri sport tipo calcio, basket e altri, dove esiste anche il contatto fisico, che spesso risulta piacevole per chi li pratica.
Questi sport a livello femminile non attirano molte atlete e la pallavolo ne può beneficiare. Ricordiamo che il volley è uno dei pochissimi sport che prevede alcune regole differenti tra i due settori (M e F) ed ha adattato il campo di gioco alle caratteristiche del settore femminile. Altri sport non ne hanno la necessità, ma qualcuno sì e non lo fa.

San'Orsola Alba rosa 2011-2012

Negli ultimi anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
In linea di massima, il nostro compito è di interpretare le regole e sviluppare tecnica e gioco in base a queste. Quando cambiano cerchiamo di cambiare con loro. Sicuramente è uno sport che cerca di rinnovare le proprie regole e di rigenerarsi costantemente. È uno sport che non dorme sugli allori.

Direttore Olivero, che tradizione ha la pallavolo ad Alba?
La pallavolo ad Alba è discretamente seguita e praticata tanto è vero che esistono almeno sette società pallavolistiche di cui tre in campionati di federazione e le altre con il CSI e non nascondo che le palestre sono anche impegnate da squadre amatoriali di genitori che praticano questo sport per puro divertimento ed organizzano partite e mini tornei per incontrarsi e conoscersi. Naturalmente tutto questo porta ad un intasamento delle palestre albesi tanto è vero che alcune nostre squadre si allenano o giocano a Corneliano d’Alba e Sommariva Perno distanti rispettivamente 10 e 15 chilometri da Alba.

La società è protagonista anche di attività sociali e culturali?
Sta a noi molto a cuore tutto quello che accade nella vita esterna ai campi da gioco, organizziamo feste per i bambini ed aiuti a organizzazioni onlus. Sostenere la LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) locale è un nostro impegno che si ripete ogni anno.

La crisi economica condiziona la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
La crisi comporta sicuramente difficoltà a trovare sponsor e quelli che si rendono disponibili danno il loro sostegno curando molto che si utilizzi nel modo migliore, di conseguenza ogni società (noi compresi) cerca di fare quadrare i bilanci senza troppo penalizzare le bambine e le atlete che praticano questo sport.

 
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