Pelazza che contrasta un avversario

L’Unione Sportiva Dilettantistica Moncalvese Hockey di Moncalvo, comune con circa tremilatrecento abitanti in provincia di Asti, partecipa al campionato di A2M di hockey su prato ed ai campionati di serie AM e BF di hockey indoor, oltre a diversi campionati nelle categorie giovanili, sia prato che indoor.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Enrico Antoniotti, 48 anni, presidente della società dall’agosto 2007.

Come nasce l’USD Moncalvese Hockey?
La nostra associazione sportiva opera dal 1974 con l’intento di far conoscere e praticare il gioco dell’hockey ai giovani di Moncalvo e dei paesi limitrofi. Con questa filosofia, da quasi 40 anni, la Moncalvese Hockey riesce a competere nel panorama hockeistico italiano utilizzando, principalmente, giocatori cresciuti nel vivaio. Questo fa sì che, in genere, le nostre prime squadre occupino la fascia di 2° livello dell’hockey italiano, alternando presenze nei campionati di serie A2, ad anni di permanenza in serie B.

Enrico Antoniotti

La prima squadra maschile è impegnata nel campionato di A2 prato. Quali sono gli obiettivi stagionali?
La prima squadra maschile, che è tornata in serie A2 nel 2009 dopo solo un anno dall’ultima retrocessione in B, ha come obiettivo quello di disputare un buon campionato per ottenere quanto prima la salvezza e quindi, potendo giocare in tranquillità le ultime gare, puntare magari ad un buon piazzamento finale.

Un pronostico. Chi lotterà per la promozione e chi per mantenere la categoria?
Prevedo, nel girone A della serie A2, un campionato molto equilibrato, dove la distanza tra le squadre che lottano per salire in A1 e quelle che lottano per non retrocedere è minima. Questione di pochi punti di differenza. Dovrebbero appartenere al lotto delle migliori, il Cus Cagliari, la Juvenilia Uras (Ca), il Bondeno (Fe) e il Superba Genova. Le altre (Moncalvese, Ferrini Cagliari, Lazio e Cus Pisa) punteranno principalmente alla salvezza, aspirando magari al ruolo di outsider qualora la classifica dovesse prendere una piega favorevole.

Moro in azione di anticipo

Quali sono invece gli obiettivi della squadra femminile di serie B?
La nostra prima squadra femminile partecipa solo al campionato di serie B indoor. E’ una squadra che si è ricostituita da due anni e gareggia con l’intento di tornare nelle serie AF indoor che già aveva frequentato, per un paio di volte, ad inizio degli anni 2000. Attualmente viene svolta solo l’attività indoor perché il numero di nostre atlete è limitato ad una decina di unità. Alcune di esse, nel resto della stagione sportiva, giocano su prato in altre società piemontesi o si dedicano alla cura del nostro settore giovanile femminile.

Quali sono le maggiori difficoltà dell’hockey su prato in Italia?
Sicuramente l‘incapacità di espandersi sul territorio oltre le aree (a macchia di leopardo) dove questo sport è una tradizione consolidata. Forse con l’eccezione del Veneto, in cui noto una maggiore vitalità rispetto ad altre regioni con un discreto numero di squadre nel giro di poche decine di chilometri. Purtroppo, con pochi praticanti, l’hockey italiano stenta ad ottenere risultati di rilievo a livello internazionale (tanto le squadre di club quanto la Nazionale). Quindi, senza risultati non si entra nel circuito dei mass media e, di conseguenza, degli sponsor importanti.
Il Piemonte vanta tuttavia una buona posizione, sia come numero di società (una dozzina), che qualitativamente, con diversi titoli italiani giovanili vinti da compagini piemontesi anche di recente. Invece, purtroppo, la presenza di squadre piemontesi nei campionati maggiori si è nel tempo ridotta ed è, oggi, limitata alla città di Bra (CN) con H.F.Lorenzoni e H.C. Bra (società comunque ai vertici della serie A1, rispettivamente in ambito femminile e maschile) e poi, in serie A2, la Moncalvese.

Andrzej Mysliwiec

Come giudica la copertura mediatica dei vostri campionati?
Le nostre squadre godono di una discreta copertura mediatica da parte delle testate giornalistiche locali che pubblicano costantemente risultati, commenti e fotografie sia delle prime squadre che di quelle del settore giovanile. Inoltre, sono ormai diversi i siti internet (oltre quello istituzionale della Federhockey) dedicati agli appassionati di hockey. Direi che, rispetto al passato, sotto questo punto di vista, gli hockeisti italiani hanno maggiori possibilità di conoscere e di farsi conoscere.

I giovani si avvicinano all’hockey su prato?
L’hockey è sicuramente uno sport che incuriosisce parecchio i giovani. Conserva un fascino un po’ esotico perché viene associato a paesi lontani come l’India ed il Pakistan che in passato erano gli assoluti dominatori. E’ tuttavia uno sport dove non bastano solo doti fisiche ed atletiche, ma necessita di abilità tecniche per controllare la palla ed eseguire i tiri, che si acquisiscono con molta pratica e questo forse rende più difficile l’approccio da parte dei giovani, vuoi ovviamente anche per la concorrenza di numerosissimi ed altrettanto validi sport.
Per quanto riguarda la realtà moncalvese, viviamo i pro e contro di operare con un bacino d’utenza abbastanza ristretto, dove se da un lato siamo penalizzati dal non poter contare su di un’ampia base di potenziali praticanti, dall’altro, grazie alla conoscenza diretta delle famiglie, è più facile, rispetto alle grandi città, avvicinare in maniera duratura i giovani all’hockey.

Falcone che difende palla

Quando si disputano i campionati indoor?
L’hockey indoor si gioca nei mesi invernali, da dicembre a febbraio, quando l’attività su prato è ferma. Si gioca su una superficie ridotta (20 x 40), bastoni più leggeri e sottili, sponde laterali che permettono di tenere la palla maggiormente in gioco, e 6 giocatori per parte in campo ed altrettanti pronti a dare il cambio in ogni momento. La Moncalvese maschile è da due anni nell’élite dell’indoor italiano, ed affronterà prossimamente il suo terzo campionato di serie A con l’obiettivo minimo di rimanerci.
Il compito di allenare tutte le nostre squadre, ovviamente con l’ausilio di collaboratori ed assistenti, spetta ad Andrzej Mysliwiec, 54 anni, polacco, da oltre 20 in Italia, di cui oramai ha la cittadinanza. Con la sua Polonia aveva partecipato, tra l’altro, ai giochi olimpici di Mosca nel 1980. Ha una grande ed inossidabile passione per l’hockey e da tre anni è tornato alla guida dell’hockey Moncalvese.

Vista piscine e campi sportivi

La crisi economica condiziona i programmi di una squadra di hockey?
Purtroppo sì. Proprio per la peculiarità del nostro sport che ci vede costretti ad affrontare lunghe trasferte, i costi sono in aumento. Al momento, i nostri sponsor (da quelli principali come Fassa Bortolo e Cassa di Risparmio di Asti, alle piccole aziende artigiane e commerciali della zona), non ci hanno fatto mancare il loro sostegno. Ma non v’è dubbio che se dovesse perdurare (o aggravarsi) l’attuale crisi economica, anche le associazioni dilettantistiche come la nostra potrebbero subire pesanti ripercussioni.

Qual è il vostro rapporto con la comunità di Moncalvo?
Ritengo che vi sia un ottimo rapporto. I tifosi di oggi, principalmente, erano i giocatori di un tempo e poi ovviamente vi sono parenti e amici degli attuali praticanti. A Moncalvo, si giocava ad hockey già negli anni ’50. Il fondatore dell’hockey moncalvese, dott. Umberto Micco, è stato olimpionico ad Helsinki ‘52 ed è colui che nel 1974 ha ricostituito, insieme ad altri, l’attuale U.S. Moncalvese Hockey. La cittadina di Moncalvo dispone di un moderno ed invidiabile impianto sportivo polivalente (calcio, hockey, volley, tennis e piscina all’aperto, più uno sferisterio per il tamburello nel centro storico) e di questo bisogna ringraziare le varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo che hanno sempre tenuto in forte considerazione lo sport.

Siete protagonisti anche di iniziative sociali, benefiche?
Abbiamo un buon rapporto con alcune istituzioni locali quali, ad esempio, la sezione Moncalvese della Croce Rossa e la Parrocchia, con le quali si collabora reciprocamente.

 
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