crollo muro Porta Nola

Stesso periodo, medesimo copione per gli scavi di Pompei: anche l’autunno 2011 sembra essere foriero di “scenari decadenti”. Una notte di pioggia, tra giovedì 20 e venerdì 21 ottobre, è bastata per far venire giù un piccolo tratto – stando alla nota ufficiale della Soprintendenza – di circa 4mt x 2mt del paramento esterno della parte superiore del muro di cinta in opera incerta nei pressi di Porta Nola.

Sulla base dei rilievi del Nucleo Tutela dei Carabinieri, la Procura di Torre Annunziata ha immediatamente posto sotto sequestro l’area, aprendo un fascicolo per crollo colposo; l’obiettivo dei pm oplontini è di accertare se è stata soltanto l’usura del tempo a determinare il cedimento o se ci si trova di fronte all’ennesimo caso d’incuria da parte di chi era a chiamato a mettere in sicurezza il sito e ad utilizzare eventuali risorse messe a disposizione per tale scopo.

Di danno di “portata limitata e contenuta” parla la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, che tuttavia garantisce un tempestivo intervento di messa in sicurezza del tratto in questione, non appena ne sarà disposto il dissequestro.

“Dopo la seduta del 13 dicembre 2010 del Consiglio Superiore, che ha definito la strategia da seguire per la salvaguardia del sito, – recita la nota dell’Ente diretto dalla soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattronel corso di questi mesi la Soprintendenza ha realizzato, attraverso sopralluoghi mirati su tutta l’area archeologica, una carta del rischio e ha messo a punto insieme alla Direzione Generale dell’Antichità e al Segretariato Generale un programma straordinario degli interventi per il recupero dell’area archeologica secondo quanto previsto dal Decreto Legge 34 del 2011″.

“Tale programma, approvato dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali in data 8 giugno 2011, – prosegue il comunicato – sulla base dell’accordo firmato all’inizio del mese di ottobre tra i Ministri Galan e Fitto dovrà essere finanziato con fondi europei. La decisione finale sulla disponibilità di queste risorse che consentirebbe finalmente di intervenire in maniera significava a Pompei, sarà definita con l’arrivo in Italia del Commissario europeo Hahn. Nel frattempo la Soprintendenza con fondi ordinari ha attivato interventi per la messa in sicurezza e per la mitigazione del rischio idrogeologico di alcuni settori della città antica.

Quest’ultimo passaggio sembra voler rassicurare l’opinione pubblica sulla tenuta del sito archeologico, ma in virtù della polemica che in queste ore vede contrapposta la stessa Soprintendente al procuratore capo di Torre Annunziata Diego Marmo da un lato, e al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio su un altro fronte, c’è poco da stare tranquilli. Nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano “Il Mattino”, la massima carica della procura torrese punta il dito contro “scarsa collaborazione” al lavoro degli inquirenti da parte della dirigente, contestando la ritardata comunicazione del crollo.
Di “menzogne” e “fallimento” la Cinquantaquattro viene accusata dal primo cittadino mariano, risentito per le dichiarazioni della stessa in merito all’assenza di fogne nella città moderna che, secondo la stessa, impedirebbe il regolare scolo delle acque del sito.

Un clima tutt’altro che sereno mentre negli occhi dei cittadini locali e dell’opinione pubblica internazionali è ancora il vivo il ricordo della terribile sequenza di crolli che ebbe inizio il 6 novembre dello scorso anno. I più gravi interessarono la schola armaturarum, la domus del moralista e parte della struttura muraria lungo via Stabiana.

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento