Cultura, pesca, tradizioni e mare, bellezze, costumi, fede e mare, poi sole, terra e case, resti di case, alcune di 2000 anni fa, e il mare e il Vesuvio.

C’è gente bella a bordo, mischiata alla bella gente di Torre. Vengono da Cava de’ Tirreni, Nocera, Pompei, Napoli. Sono arrivati qui, a Torre, per scoprire se quello che avevamo decantato su “Giraoplonti Mare” fosse vero.

Sono entrati nel ventre di Fortàpasc per capirlo da dentro,  lo hanno attraversato da parte a parte per scoprirlo, guardarlo meglio, osservarlo da lontano, dal mare. Questo mare. Il mare dove nasce il male di questa città. Anni ’70-’80. Aziende torresi in crisi, disoccupazione, rivolte sociali, il contrabbando di sigarette che inizia a sfamare i senza lavoro. Sono sigarette che arrivano nel Golfo dalle rotte del Mediterraneo a bordo di navi mamme che allattano di tabacco motoscafi blu come la notte, veloci come siluri.

In quegli anni Rovigliano è teatro di sfide tra “pappagalli” della finanza e scafi blu. Rombo di motori assordante, acque tagliate in due, onde che si infrangono sullo Scoglio, sulla Salera. Volano in acqua le casse di sigarette, nel tentativo dei marinai di sfuggire all’arresto. Qui un tempo i pescatori trovarono la “cassa della Madonna”, negli anni ’80 arrotondano  recuperando casse di Marlboro e Kim. E’ una gara di offshore a due passi dalla riva, uno spettacolo da guardare a bocca aperta, tifando anche, perchè no?
Ma è uno spettacolo che farà breccia dapprima nella pancia della gente torrese, poi nella loro testa e nel loro fare quotidiano,  e che si trasformerà in tragedia di lì a qualche anno mutando in Camorra.

Intanto noi stavamo ancora a guardare, come in un film, aspettando il finale. Noi, ma non solo noi. In prima fila c’era lo Stato, all’epoca pieno di politici e ministri campani, assenti, distratti da altro. Quel film è Fortapàsc, crudo, reale nella sua sceneggiatura attenta, precisa, una storia vera.
Chi conosce Torre Annunziata sa che non è brutta come volutamente appare in quel film. C’è, c’era, brutta gente, ma non è una città brutta. Anzi.

E’  finito il tempo di stare a guardare il film pensando ad altro. Occorre sporcarsi le mani di inchiostro, scrivere il finale di quella sceneggiatura, promuovere fiducia, speranza, non bastano feste e salotti  ma occorre lanciare un nuovo Sogno per Torre Annunziata.

Quel mare del contrabbando oggi è stato mostrato agli ospiti della motonave Nadir con il suo volto vero, buono, innocente e bello, faticoso, produttivo, piacevole e con i suoi limiti, di fronte alla tragedia raccontata dal film. Forse abbiamo scritto un altro piccolo pezzo di sceneggiatura a lieto fine, chissà?
Questo, almeno, è il nostro Sogno: il sogno dei giraoplontini.

(Foto di Enza Costa)

 
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