Invicta Volleyball 2010-2011

A Grosseto, comune con circa ottantaduemila abitanti, la pallavolo maschile è in festa.
L’ Invicta Volleyball, che ha partecipato al girone D del campionato di Serie B2, dopo aver conquistato il secondo posto nella regular season, ha vinto i tre turni di play off promozione per la B1.
Intervistiamo Francesco Masala, direttore sportivo della società.

Dopo tanti anni di sacrifici siete arrivati nella pallavolo che conta. La B1 era l’obiettivo della stagione?
Dopo tanti anni passati nelle categorie inferiori nel tentativo di scalare gradualmente le classifiche nazionali, da un paio di anni la società ha fatto un cambiamento radicale in riferimento agli obiettivi stagionali ed al budget a disposizione. Sia quest’anno che l’anno passato la squadra era stata costruita per competere per la vittoria finale, e finalmente quest’anno seppur tramite i play off ci siamo riusciti, ottenendo un risultato per la nostra città veramente storico.

Qual è stato il vostro punto di forza?
Per vincere i campionati servono sempre buone qualità in tutti i fondamentali, ma se devo indicarne qualcuno particolarmente decisivo per la nostra squadra, direi sicuramente quelli dove la fisicità ha il sopravvento, ovvero attacco e muro.

Francesco Masala

E quello più debole?
Sicuramente la battuta.

Tutta la squadra avrà contribuito al grande risultato. Qualcuno merita una menzione speciale?
Mi piace indicare due persone che secondo me hanno dato qualcosa in più, uno è Fabrizio Rolando, schiacciatore di posto quattro, ed il nostro centrale di Grosseto Andrea Pezzetta.

Festeggia anche la seconda squadra con una meritata promozione in Serie C.
La promozione in serie C della seconda squadra è forse più sorprendente di quella della prima, considerando l’età degli atleti e gli obiettivi di inizio stagione.

Nella pallavolo italiana, secondo lei, cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
La serie B2 rappresenta la prima vera categoria importante della pallavolo, dove tecnica-fisico-budget cominciano ad essere importanti.

E la B1?
La serie B1 invece è la prima categoria quasi professionistica che mette a dura prova le società che vi si affacciano sotto l’aspetto organizzativo ed economico, il vero banco di prova per le realtà che vogliono ambire ai massimi traguardi.

Fabrizio Rolando

Con la presenza di canali sportivi gratuiti, grazie alla diffusione del digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e … degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
Più canali e trasmissioni televisive si occupano di pallavolo e meglio è per il nostro movimento, anzi direi che ancora sono troppo poche per far sì che il grande pubblico riesca a conoscere per lo meno le squadre di A1. Siamo sotto questo punto di vista molto indietro affinché la pallavolo diventi un sport di massa, non siamo ancora riusciti, nonostante i decenni di risultati positivi della nazionale, a fare il vero salto di qualità.
La presenza di Sky ha reso per il pubblico lo spettacolo della partita più fruibile e meglio godibile, ma il ritorno alla Rai è stato una necessità imprescindibile per permettere di vederla ad un pubblico più vasto possibile, rimettendo talvolta in qualità del prodotto.

In Campania, in considerazione delle criticità in cui versa il settore maschile in ambito nazionale e regionale, non sono previste limitazioni relative all’utilizzo di atleti OVER in serie C maschile 2011-2012.
Come giudica la maggiore diffusione della pallavolo femminile? Lo ritiene un trend irreversibile?

E’ un trend irreversibile perché la capacità di reclutamento nel femminile è enormemente più facile, nonostante anche in questo settore la crisi di iscrizione si faccia ugualmente sentire.
La concorrenza del calcio nel settore maschile purtroppo è invincibile, anche se in sinergia con la federazione la penetrazione nelle scuole potrebbe essere enormemente maggiore, a patto che si facciano grossi investimenti in questo senso. Purtroppo anche la federazione fa troppo poco per aiutare le società, ed ha fatto quasi niente anche quando la nazionale trainava il movimento e poteva fungere da motore per il boom del nostro sport, anzi oggi paghiamo come onda lunga proprio quella mancanza di capacità organizzativa e di autopromozione di quegli anni fantastici.

Negli ultimi anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Sono sempre stato molto scettico verso i cambiamenti delle regole perché ogni volta mi sembra che cambiarle cambi anche il gioco nel suo insieme. Devo dire però che a lungo andare i cambiamenti radicali nel punteggio, difesa ed invasione hanno reso la pallavolo migliore e più emozionante. L’annullamento del cambio palla e l’introduzione del rally point system, che all’inizio sembrava una cosa quasi incredibile, ha invece dato più incertezza alle partite rendendole tutte molto più equilibrate ed emozionanti.

Andrea Pezzetta

Cosa eventualmente cambierebbe?
Non mi piacciono tanto le regole relative all’invasione introdotte nell’ultima stagione, che rendono molto soggettive le decisioni arbitrali e creano talvolta motivi di discussione.

La società è protagonista anche di attività sociali e culturali?
La scarsa capacità organizzativa dovuta ad un numero limitato di dirigenti permette a malapena lo svolgimento dell’attività prettamente sportiva, tanto che nulla resta per attività di tipo culturale e sociale. Ritengo comunque che al giorno d’oggi riuscire a tenere in piedi una realtà come la nostra con tanti ragazzi all’interno delle varie squadre, sia già di per sé un attività sociale, in un ambiente pulito, sano e con regole precise.

Come vi state muovendo per adeguare alla nuova sfida la rosa, lo staff tecnico e dirigenziale?
Da un punto di vista societario, la promozione ci ha fatto altro che bene, attirando a noi l’attenzione di tante persone, alcune delle quali sono entrate a far parte della nostra struttura. Mai come oggi abbiamo bisogno di dirigenti validi e disponibili per fare il successivo salto di qualità.
Da un punto di vista prettamente tecnico, abbiamo ovviamente cercato di rafforzare la rosa già buona a disposizione, inserendo un nuovo giocatore quasi in ogni ruolo.

L’attuale difficile congiuntura economica condiziona la realizzazione di questi programmi?
Le difficoltà economiche però hanno reso tutto questo molto difficoltoso, tanto che noi ancora oggi non abbiamo un main sponsor a sostenerci in questa avventura.

 
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