Ringrazio quanti hanno partecipato all’evento “Storia Italiana/Italian Story/Histoire d’Italie” proposto dal Liceo Artistico “G. de Chirico” dall’8 al 10 Giugno. Si è trattato di un esperimento, forse ambizioso, sicuramente impegnativo, ma, altrettanto certamente, esaltante, che ci siamo, come scuola, sentiti di intraprendere, con l’entusiasmo di chi pensa che un progetto artistico sia sempre un’avventura dello spirito, un’esplorazione inaspettata capace di destare coscienze e muovere pensieri.

Del resto, nel profluvio di inni nazionali, più o meno intonati, suonati o cantati da orchestre o cori di tutte le età, di “dolorose” recite di fine anno con zazzere e barbe bionde a proporre improbabili “garibaldi”, occhialini cavouriani posti a corredo di visi imberbi a suscitare facili e compiaciute simpatie nel pubblico di parenti e amici, si è ritenuto di proporre qualcosa di meno convenzionale e più in linea con lo spirito della nostra scuola.

Certo, eravamo e siamo ben consci della singolarità, se non dell’arditezza, delle proposte (installazioni, video installazioni, una rassegna di video arte con relativo workshop su queste due forme di espressione artistica, performance di musica, poesia…), attenuate da una più “canonica” conferenza, non per questo meno significativa ed originale, sin dall’argomento offerto, sicuramente poco “risorgimentale”. Ma, estremizzando Frost, delle due strade nel bosco, abbiamo preferito scegliere la terza, quella ancora da tracciare.

Tanto nella solida consapevolezza (o è una consolante illusione?) del ruolo propositivo in ambito culturale che la scuola, quale comunità educativa, riteniamo debba avere; in particolare una scuola come la nostra che, per statuto epistemologico, fa dell’espressione artistica, ma anche della valorizzazione del talento, non di rado poco “scolastico”, dei propri alunni, un segno di orgogliosa distinzione.

Ringrazio, naturalmente, quanti hanno partecipato anche solo in “diplomatico riconoscimento” della disponibilità sempre offerta dall’Istituto ad ogni iniziativa proposta da associazioni, enti locali, scuole, istituzioni, anche se, in verità, non ho avuto modo di salutare molti di tali cortesi, riconoscenti “debitori”.

Ciò che resta, naturalmente grazie al conforto della vostra partecipazione, è la motivazione a continuare a proporsi, pur nel proprio limitato ambito, come sicuro e tenace punto di riferimento in un territorio che, forse, proprio nel torpore culturale, nell’irriflessivo conformismo etico e nella diffusa indifferenza ai segnali d’arte, ha i suoi maggiori limiti.

Un’ultima notazione. Siamo riusciti a “scalmanarci”, durante la conferenza, valicando i limiti dell’aspro confronto dialettico, per Badoglio. Sì, pensate, per il maresciallo Badoglio e non per un rigore concesso o negato o per una precedenza non data!

Di questo paradosso, surreale, commovente e vertiginoso, ma in coerente linea con tutto ciò che ci piace proporre, non sarò mai abbastanza grato all’occasione che lo ha permesso. Un cordiale saluto a tutti.

 
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