Sembra una di quelle storie che sentiamo ai telegiornali e che vedono coinvolti i nostri amici a quattro zampe, ma questa volta la protagonista della storia che sto per raccontarvi di zampe ne ha due e si era cacciata davvero in una brutta situazione.

Paolina, un’oca bellissima bianca con gli occhi azzurissimi, così ribattezzata dai miei familiari perché ha fatto irruzione nella casa dei miei genitori così come da tempo faccio io, era da quattro giorni sui binari delle Ferrovie dello Stato, a poche centinaia di metri dalla stazione di Torre Annunziata Città.

Ce lo aveva segnalato un affezionato lettore, che ringrazio vivamente, con tanto di foto, sulla nostra bacheca di Facebook, e chiedeva se potevano soccorrere quella bestiola affamata e disidratata che da tempo era lì e non riusciva a trovare una via di fuga.

Subito mi sono attivata per cercare di capire in che modo avrei potuto salvare quell’esserino in difficoltà. Dato che la stazione è deserta e non potevo conoscere in anticipo il transito dei treni, ho accantonato l’idea di andare lì io stessa a recuperare l’ochetta. Ho chiamato la Protezione Civile ma, ahimè, non c’era nessuno disposto ad aiutarmi dato che non c’erano volontari in servizio.

Poi ho chiamato la Polizia Municipale e, con la grazia e la cortesia che contraddistingue i nostri vigili, mi hanno risposto scocciati che la mia era la sesta segnalazione dell’animale sui binari e che loro non potevano farci nulla e che avrei dovuto rivolgermi alla Protezione Animali.

Dopo una breve ricerca in internet, scopro che gli sportelli della protezione animali della Campania, il martedì, a quell’ora, erano chiusi. Non vi nascondo che la cosa mi ha messo in una agitazione terribile: avevo le mani legate.

Poi ho pensato di rivolgermi alla Lega Italiana Protezione Uccelli e ho cercato, sempre sul web, un numero di riferimento. Sono riuscita finalmente a mettermi in contatto col referente campano il quale mi ha suggerito di rivolgermi direttamente alla Polizia Ferroviaria per segnalare la cosa. Loro sicuramente mi avrebbero aiutato.

Sono andata in stazione centrale e di lì, dopo un giro per vari uffici, tra gli sguardi a metà tra il serio e il faceto del personale, (“Tutto sto chiasso per una papera” avranno pensato!) finalmente ho incontrato una persona che ha preso a cuore il mio caso e mi ha indirizzata da chi poteva concretamente aiutarmi: il personale addetto alla sicurezza binari.

Con il ferroviere sono andata alla stazione oplontina e, proprio dove mi aveva indicato l’attento lettore, ha fatto capolino l’ochetta tutta spaventata dall’ennesimo passaggio di un convoglio viaggiatori.

Dopo una piccola lotta ad armi impari e qualche piuma svolazzante, il gentile manutentore ha fatto ritorno in stazione, dove mi aveva pregato più volte di attenderlo, con il volatile a testa in giù più spaurito che mai.

L’ho accolto nel cofano della mia macchina e, non sapendo dove portare al sicuro l’animaletto, l’ho portato a casa dei miei genitori (felicissimi dell’ospite!) che hanno un piccolo giardino. Vedendo le sue condizioni, ho pensato che forse era assetata, ma non prevedevo quanto avrei assistito di lì a poco.

Alla vista del getto zampillante dalla fontana, Paolina si è fiondata verso l’acqua e, dopo essersi dissetata per qualche minuto, ha iniziato una strana danza ad ali spalancate durata circa un’ora.

I miei familiari, tutti accorsi a vedere questa volta cosa e chi avevo portato a casa, sono rimasti estasiati e nessuno ha avuto il coraggio di rimproverarmi il gesto solidale verso quell’esserino in difficoltà.

Raccontando la storia ad un’amica e l’impossibilità a tenerla, è iniziata una catena di solidarietà per trovare casa a Paolina. Al momento scorazza felice e curiosa tra le piante del mio giardino e io sono felice di essere riuscita ad aiutarla grazie alla sensibilità di un nostro lettore, al quale rinnovo nuovamente i miei ringraziamenti.

Vi terrò aggiornati!!

 
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