cucciolo abbandonato

Ridurre il fenomeno dell’abbandono e avviare una vasta campagna di adozioni. Sono i due piani d’intervento della ricetta anti randagismo alla base del progetto sottoscritto da Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Comune, Dipartimento di Prevenzione della ASL Napoli 3 SUD, e Lega Anti Vivisezione.

Un risultato che porta a maturazione il discorso avviato con l’approvazione in giunta della bozza di protocollo d’intesa presentata dalla Lav a febbraio, in merito al progetto denominato “I cani di Pompei 2011“. Proprio in questi ultimi giorni la questione era balzata nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica per due episodi di aggressione a un custode e a due turisti da parte dei randagi che gravitano nell’area archeologica.

E’ un fatto acclarato che il randagismo tocca a Pompei soglie preoccupanti dovute per un verso ai considerevoli flussi di turisti e pellegrini ai quali si accodano tanti cuccioli dei comuni dell’hinterland napoletano; per l’altro sono purtroppo numerose le persone di passaggio che qui vengono a liberarsi dei piccoli amici, nella falsa e ipocrita convinzione di offrire loro un abbandono meno traumatico.

Di qui l’impellenza di una soluzione che coinvolgesse le istituzioni del territorio insieme all’associazione, la Lav appunto, che dal 2008, con l’iniziativa “Cave canem”, ha iniziato nel comune mariano un’opera di contrasto al fenomeno e di sensibilizzazione della popolazione con campagne in favore della sterilizzazione e delle microchippatura dei cani.

Il progetto su cui si è raggiunta l’intesa prevede diversi piani d’intervento: ridurre numericamente la presenza di randagi; fare attività di prevenzione al fenomeno sensibilizzando la comunità locale; promuovere gli interventi di sterilizzazione e registrazione in anagrafe canina; tutelare la salute dei cani abbandonati e favorirne l’adozione; organizzare giornate di microchippatura gratuita. Coinvolto in quest’azione anche il corpo di Polizia Municipale al quale saranno dati in dotazione due lettori microchip per effettuare controlli e registrazione dei cani randagi.

Il progetto è finanziato dal Comune, mentre l’Ente Scavi fornirà un supporto logistico.

 
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