Grazia Sestini

Per la sedicesima volta, nell’era repubblicana, i cittadini di Arezzo andranno al voto per eleggere i trentadue componenti dell’assise consiliare insieme al primo cittadino. Nove in lizza per la guida del nuovo esecutivo, tra questi Grazia Sestini. 53 anni, candidata a sindaco di Arezzo per il Popolo della Libertà. Comuni-Italiani.it l’ha intervistata a pochi giorni dall’appuntamento elettorale del 15 e 16 maggio.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Le emergenze sono: lavoro, sicurezza, sociale. Anche se il Comune non ha competenze dirette sulla questioni economiche ha, comunque, alcuni strumenti per far ripartire l’economia, in primis, quello urbanistico. Tuttavia, l’attuale Regolamento Urbanistico, quello approvato nell’ultimo Consiglio comunale è, in realtà, un impedimento perché rende difficile anche piccoli interventi di ristrutturazione che dovrebbero dare respiro alla piccola impresa locale. Pertanto, è nostra intenzione rivederlo profondamente appena saremo al governo della città.
Complessivamente Arezzo è una città sicura; tuttavia, in alcuni quartieri sta aumentando la percezione del disagio e dell’insicurezza. A questo proposito abbiamo proposto la stipula del “Patto territoriale” per avere più agenti sulle strade a contatto con i cittadini e perché ci sia più presidio del territorio.
Infine, per quanto riguarda il sociale, emerge che c’è bisogno di una maggiore integrazione fra i servizi sociali e quelli socio/sanitari delle Asl. Per far questo si possono utilizzare sedi e risorse liberate dall’abolizione delle Circoscrizioni con la creazione soprattutto nelle periferie e nelle frazioni di veri e propri centri civici dove si possono far abitare servizi diversi.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Attraverso una conoscenza diretta. Le tematiche delle frazioni e delle periferie si affrontano sul campo andando ad incontrare le persone nei loro luoghi di vita e di lavoro, incontrando i soggetti economici e sociali, compresi l’associazionismo ed il volontariato per disegnare insieme a loro la possibilità di servizi più efficienti.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• Patto Territoriale per la sicurezza;
• Patto di Arezzo per il lavoro in cui il Comune, assieme ad altri soggetti, individui le coordinate per un nuovo sviluppo della città (manifatturiero avanzato e turismo);
• Politiche sociali svolte a partire dalla famiglia con un nuovo regime fiscale, che superi ISEE a favore del fattore famiglia e possibilità di scelta fra i servizi attraverso l’introduzione di voucher educativi ed assistenziali.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Conoscere e razionalizzare la macchina amministrativa, soprattutto, per comprendere il merito dei giovani operatori e funzionari. Attenzione ai problemi delle frazioni e agli interventi di manutenzione.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Ho aderito alla campagna a favore della democrazia paritaria nei Comuni italiani promossa da ANCI e Ministero Pari Opportunità e, comunque, la mia stessa candidatura a sindaco dimostra questa attenzione per la presenza femminile in politica al di là delle quote. Quanto ai giovani ho spinto perché nelle liste, soprattutto, del mio partito ci fossero giovani candidati anche per arginare il crescente disinteresse degli stessi verso la politica.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Attenzione nella revisione del Piano Strutturale e del Regolamento perché le nuove costruzioni, ma anche le ristrutturazioni, siano realizzate il più possibile secondo i criteri dell’ecosostenibilità. D’altra parte è evidente che, la possibilità di realizzare impianti di energie alternative deve essere in grado di stare sul mercato senza dipendere da incentivi che ne altera la competitività e deve, altresì, non essere architettonicamente impattante soprattutto nei centri storici e nelle aree paesaggistiche di pregio.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Non sono pregiudizialmente contraria al nucleare, ma sono consapevole che il territorio del Comune è sito in una zona di alta sismicità e con poche presenze di fonti idriche che lo rendono impossibilitato ad ospitare tali centrali.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
La città di Arezzo ha una incidenza di immigrazione che non supera, complessivamente, il 10% della popolazione, quindi, soglia di assoluta tollerabilità. Ma alcuni quartieri soffrono di una eccessiva concentrazione di cittadini stranieri che, spesso, vivono e operano in condizioni poco rispettose delle regole generali.
Nel programma abbiamo previsto un controllo severo per il rispetto delle normative edilizie residenziali, sanitarie e commerciali nonché di sicurezza nei luoghi di abitazione, di culto e di riunione.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
E’ una grande opportunità soprattutto se, come auspichiamo, il territorio del nostro Comune conoscerà una ripresa economica per cui potrà godere di proventi derivanti dalle risorse che la legge prevede che rimangano nel territorio. E’ particolarmente interessante poi la parte della norma che impone ai Sindaci la massima trasparenza sulla spesa e sull’impiego delle risorse.
Per quanto mi riguarda, non applicherò la cosiddetta tassa sul turismo perché la nostra città ha bisogno, prima di tutto, di un rilancio della sua promozione turistica.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Una città più operosa, più sicura, più bella, più viva e più conosciuta nel mondo in grado di stare al passo con i tempi.

 
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