Federico Frigato

Tra i capoluoghi di provincia della regione, Rovigo è l’unico che si presenterà al voto per rinnovare il consiglio comunale. In corsa per guidare il prossimo esecutivo di Palazzo Nodari c’è Federico Frigato, 37 anni anni, candidato a sindaco sostenuto da una coalizione di centrosinistra (PD, PSI, API, Autonomisti Federalisti e la civica Federico Frigato Sindaco). Comuni-Italiani.it lo ha intervistato.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Rovigo ha una grande opportunità in questa fase storica, proprio alla luce del modello di sviluppo economico che la città può adottare. Noi non abbiamo avuto la grande industria, il nostro territorio è salubre e la nostra vocazione è prima di tutto rurale: possiamo e dobbiamo, allora, unire cura dell’ambiente e produzione agricola, qualità dei luoghi e innovazione tecnologica.
Rovigo è la città più adatta per investire nella green economy e nell’agricoltura high-tech.
Tante città, oggi, si trovano a dover riparare ai danni dell’inquinamento, per esempio, o a quelli di una crescita forzata e senza regole: molte comunità si trovano a dover compiere una pericolosa virata per rincorrere l’economia verde. Rovigo, invece, si trova preparata ad accettare la sfida della contemporaneità: ha tutte le carte in regola per diventare un esempio da seguire, un modello da imitare in tutta Italia.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
L’idea chiave della mia campagna elettorale si basa proprio sul modello di città futura che, insieme con gli alleati, prima di tutto con i rodigini, vogliamo realizzare. Rovigo passa avanti è il concetto guida cui mi ispiro: la città che diventa prima è proprio quella che sa essere laboratorio dell’economia verde e dell’agricoltura high-tech.
La campagna, elettorale però, non vuole essere solo la promozione di una piattaforma programmatica, ma è un vero movimento per la città: Rovigo merita l’abbraccio dei propri cittadini, la campagna è un moto di affetto, la dimostrazione che la città si ama, tutta intera. Questa idea caratterizza allora tutte le nostre iniziative.
Ogni attività di campagna è organizzata in strada, insieme ai rodigini: abbiamo deciso di non avere una sola sede in cui ospitare il comitato, ma di muoverci in ogni angolo di Rovigo con un camper e di raccogliere le video domande degli abitanti per incontrarli proprio là, dove vivono. Rispondo, poi, personalmente agli interrogativi posti nelle assemblee organizzate nelle frazioni. Ecco, allora, una sintesi per la mia campagna: un movimento d’affetto per la città che verrà.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• L’aspetto principale del mio programma è la concretezza: propongo alla città 100 punti, 100 passi avanti da realizzare nei primi sei mesi di governo. Si tratta di proposte molto precise, chiare, tra cui, per esempio, la family card, la creazione di un incubatore per lo start-up delle imprese, la revisione del piano traffico secondo un preciso modello, i pannelli fotovoltaici negli impianti sportivi. Le ho elencato solo alcuni stimoli ma i rodigini hanno a disposizione tutti e cento i punti sui quali prendo un personale impegno.

• Il secondo aspetto qualificante è la condivisione. Penso che un buon sindaco debba mettere in discussione, prima di tutto, se stesso: la creatività dipende dalla disponibilità ad accogliere stimoli e spunti, a riflettere sugli aspetti di una questione ai quali non si era pensato prima, da soli. Per questa ragione il mio programma non è rigido ma aperto alle incursioni creative dei rodigini: stiamo raccogliendo le domande dei cittadini per questo e abbiamo chiesto loro di proporci i 100 passi avanti che vorrebbero vedere realizzati.

• Il terzo aspetto riguarda invece la laicità delle idee. Tutte le proposte sono state pensate avendo in mente il benessere dei rodigini. Nel governo della città non conta, infatti, l’appartenenza ideologica a un partito o a una coalizione, conta solo l’appartenenza a una comunità cui voler bene. Ho immaginato ognuno dei 100 passi, allora, ragionando sull’utilità concreta di ogni singola scelta e ispirandomi alla qualità della vita delle persone. Dal mio punto di vista è questo il criterio che deve investire ogni decisione presa del governo cittadino. Ecco cosa significa responsabilità amministrativa.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
L’unico criterio che ritengo valido nella composizione di una squadra di governo è il merito, una dote distribuita, per natura, equamente tra uomini e donne, tra giovani e persone con una esperienza più lunga. Vede, non amo il nuovismo per forza, a tutti i costi: può portare anche a scelte avventate, fatte più per ragioni di forma che di sostanza. Invece io sono una persona che bada al sodo, non mi piace la vaghezza né condivido le prese di posizione rigide.
Per fortuna a Rovigo e nelle liste che mi sostengono ci sono tante donne e tanti giovani dotati di competenza e entusiasmo, sono ragazzi e ragazze portatori di energie nuove che alla voglia di fare uniscono un sano senso della responsabilità. Saranno loro ad avere la precedenza, non per una ragione di quote, ma di competenza personale.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
L’economia verde è il tema chiave del progetto di città che propongo ai rodigini. Alcuni esempi concreti possono essere utili a chiarire cosa significa per me una città modello nel campo della green economy e della cura dell’ambiente. Introdurremo una modifica al regolamento edilizio per agevolare l’impiego di fonti rinnovabili; dialogheremo con l’Università per istituire a Rovigo un campus per la ricerca e la formazione nelle nuove forme di agricoltura high-tech; realizzeremo un piano per il fotovoltaico, useremo i pannelli solari termici per gli impianti sportivi.
Polo dell’impresa verde non è uno slogan, ma un preciso impegno di governo.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
No, non lo farei. Anche in questo caso non le rispondo per una convinzione ideologica, per parte presa. Non lo farei perché il progetto nucleare pensato in Italia è assurdo e nocivo per i cittadini e io mi metto dalla loro parte. Le rispondo allora da candidato ma anche da italiano e rodigino.
Come lei sa il piano per il nucleare finora previsto e poi stralciato dal Governo nazionale prevedeva l’avvio della costruzione degli impianti nel 2013. Significa che quando i siti saranno produttivi, cioè circa 10 anni dopo, nel 2013, noi italiani disporremmo di una tecnologia già superata, obsoleta, senza considerare i passi avanti che si faranno nel frattempo nel campo delle fonti rinnovabili. Non ho dubbi, allora: l’energia di Rovigo sarà alternativa e pulita.
Aggiungo che ci troviamo in una emergenza democratica. Il Governo sta tentando di espropriare i cittadini dal loro diritto di scelta, sul tema del nucleare come su quello dell’acqua. Visto che i cittadini sono orientati nei referendum ad esprimersi in modo schiacciante per il sì, contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua, questo Governo ricorre a trucchi e si parla di scelte da contrapporre all’emotività della popolazione. E’ inaccettabile.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Siamo una città piccola ma abbiamo uno straordinario patrimonio culturale. Il Polesine, nella storia, ha visto i propri figli partire, andare altrove per lavorare nei campi di altri, per dare una mano ad altre terre. Oggi possiamo essere una città che ospita, la storia, come spesso accade, si è invertita. Perché noi siamo cresciuti, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cambiato il nostro destino. Saremo pronti, allora, ad ospitare gli altri e chi condivide con noi lo stesso rispetto per il lavoro.
Non possiamo però accettare la confusione con cui il Governo nazionale sta gestendo i flussi migratori provenienti dal Nord Africa: un caos pericoloso perché non possiamo più capire chi sta venendo nelle nostre città e con quali intenzioni. Proprio la Lega che si fa promotrice della difesa più strenua, e persino violenta, del territorio, in maniera retorica e per ragioni di mero consenso, nei fatti si è resa complice di un’aggressione alla città, soprattutto alle più piccole e serene, soprattutto a quelle produttive del Nord.
Le nostre porte sono aperte, ma possiamo contribuire e ospitare le persone che vengono dal nord Africa alla luce di un piano serio e ordinato.


Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Il federalismo fiscale può essere una grande risorsa per il territorio. Sia ben chiaro: il federalismo non è né di destra né di sinistra, non è della Lega né soltanto del Nord. Il federalismo è di tutti perché può rappresentare una grande opportunità per tutti. Ma non certo nei termini in cui il Governo di centro destra vuole realizzarlo. Questo federalismo è infatti una iattura, implica costosi spezzettamenti e comporta l’aggravio delle tasse per i cittadini.
L’aspetto più grave della faccenda riguarda il meccanismo della perequazione, cioè il bilanciamento dei fondi tra le regioni più ricche e quelle più povere, nonché tra i comuni: su questo punto, fondamentale, c’è la più totale confusione e regna una preoccupante genericità. Per le funzioni a più forte contenuto sociale, inoltre, dovrebbero essere stabiliti con chiarezza i livelli essenziali di prestazione, i LEP. Non sono ancora nemmeno stati elaborati.
Ecco, l’unica certezza è l’IMU, la tassa municipale unica. È o no una presa in giro? La Lega e il PDL stanno rubando nelle tasche degli italiani e, soprattutto, dei cittadini del Nord, di noi veneti.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto come si presenta oggi?
Mi candido affinché Rovigo passi avanti. Vede, nel tempo i governi regionali che si sono succeduti ci hanno convinto di essere l’ultima città del Veneto, quella destinata a rincorrere, depressa, in grado solo di arrivare per ultima. Non è così. Rovigo futura è la città che coniuga cura dell’ambiente e crescita economica, vocazione agricola e tecnologia, qualità della vita e innovazione. Rovigo futura è la città dove i nostri figli sceglieranno di vivere.

 
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