Gianluca Palazzetti

Tre settimane circa separano Ravenna e altri 14 comuni della provincia dalla scadenza elettorale del 15 e del 16 maggio, valida per il rinnovo del consiglio comunale. Nel capoluogo ravennate sono in sei a contendersi la poltrona di primo cittadino, tra questi c’è Gianluca Palazzetti, 34 anni, candidato a sindaco di Futuro e Libertà per L’Italia, intervistato da Comuni-Italiani.it

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Superamento del gap infrastrutturale attraverso la realizzazione di importanti opere con un sistema di pianificazione basato sull’utilizzo di Master Plan e progettazione creativa secondo i principi della creative economy; tale approccio è il più efficace e diffuso in Europa.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Spiegando ai cittadini e alle categorie economiche che Ravenna ha la necessità, per non fermarsi completamente, di cambiare pagina con amministratori giovani e preparati e con la voglia di incidere e rinnovare la propria città.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
Infrastrutture, valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale (Ravenna ha ben 8 siti UNESCO), legalità nella Pubblica Amministrazione.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza su tutto il resto?
Sburocratizzazione per la piccola e media impresa, avvio delle procedure per l’apertura dei cantieri di Futura Ravenna 1 e Futura Ravenna 2, consistenti in importanti interventi infrastrutturali per un valore approssimativo di 1 miliardo di euro con ricadute importatissime su indotto e occupazione (l’intero piano di intervento è consultabile su www.votapalazzetti.it).

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Valorizzando merito e competenza senza alcun tipo di distinzioni tra donne e uomini. Una giunta anche di tutte donne se possiedono i requisiti di professionalità che voglio dare all’amministrazione della città.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
Valorizzando ed incentivando l’uso delle fonti alternative e dando la priorità all’edilizia ecocompatibile negli spazi vuoti senza consumare nuovo territorio.
Attualmente vi è una situazione estremamente costosa per cui vi sono zone intere non edificate, i cosiddetti “buchi urbani” a macchia di leopardo specialmente nelle località del forese. Il principio che seguirò sarà: “riempire i buchi esistenti prima di creare nuovi insediamenti in modo tale da avere maggior risparmio, migliori servizi, maggiore sicurezza e minor inquinamento”.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Sono culturalmente contrario alle prese di posizione aprioristiche su temi delicati come questo; tuttavia ritengo che quanto accaduto in Giappone con il nucleare di terza generazione debba far aprire una riflessione. Negli Stati Uniti hanno avviato degli studi sul nucleare cosiddetto di quarta generazione con crash test…vediamo se gli sviluppi della tecnologia vengano incontro ad una sempre crescente richiesta energetica.

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Quanto accade in Nord Africa è paragonabile, a mio modo di vedere, a quanto acccadde con la caduta del muro di Berlino con centinaia di migliaia di europei dell’est che si spostarono ad ovest. In questo caso l’esodo arriva da sud e credo che la risposta più utile sia legata ad una collaborazione ed una strategia concordata di ANCI e UPI nei confronti del Governo e dell’Europa.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Ogni riforma federale per essere autentica parte con tagli alle strutture centrali per poi scendere a quelle periferiche, nel caso italiano il Governo sta procedendo in modo esattamente opposto. Questo federalismo comporterà solo più tasse per i cittadini e sarà certamente un deterrente alla ripresa di tutto il paese.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Una Ravenna più dinamica, giovane, meritocratica, trasparente e proiettata nel futuro, ma soprattutto in grado di competere con le importanti sfide che l’attuale momento di crisi ci ha messo difronte. O si investe nei giovani e nella qualità o si perde la partita.

 
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