Soprintendenza - sede di via Plinio

La gestione commissariale dell’area archeologica di Pompei finisce nel mirino della Corte dei Conti. Da diversi giorni negli uffici della Soprintendenza è al lavoro un ispettrice incaricata dall’organo di controllo amministrativo e finanziario dello Stato, di spulciare gli atti del commissariato.

Al vaglio le spese di gestione amministrativa dell’ente, in particolare quelle sostenute nel periodo di reggenza del commissario Marcello Fiori. Un’attività ispettiva che incrocia le indagini della procura di Torre Annunziata sugli stanziamenti per i restauri, e sulle spese di staff, comprese compreso l’uso di carte di credito revolving. In quest’ottica sono maturati diversi blitz della Guardia di Finanza oplontina per acquisire la documentazione relativa alle spese sostenute dall’agosto 2008 al luglio 2010, durante la gestione commissariale della Soprintendenza prima con l’ex prefetto Renato Profili e successivamente con Fiori.

Una vasta operazione giudiziaria che ha preso le mosse l’indomani dei gravi crolli avvenuti nell’area archeologica, in particolare quello alla schola armaturarum, seguito da altri alla domus del moralista e lungo via Stabiana.

Un terzo filone delle indagini ha riguardato i cosiddetti “corsi fantasma”, corsi di formazione per i dipendenti utilizzati per pagare per mascherare il pagamento di ore di straordinario a 265 addetti alla vigilanza.
Agli stessi e all’ex direttore amministrativo Luigi Crimaco, finiti nel registro degli indagati, è rivolta la solidarietà delle organizzazioni sindacali, nel condannare l’aggressione mediatica subita dagli stessi e nel ricordare che l’accordo fu realizzato con l’avallo del Ministero grazie al documento d’intesa sottoscritto presso la sede della Direzione Regionale in data 08.07.2004, alla presenza del Direttore Generale del Personale Bruno De Santis, quale esponente del Ministero, del Stefano De Caro quale Direttore Regionale, del professor Giovanni Lombardi Direttore Amministrativo pro-tempore dell’ex Soprintendenza e dalle OO.SS CGIL-CISL-UIL-UNSA-FLP.

Accordo che, secondo gli stessi sindacati, consentì di risolvere un contenzioso che si trascinava da anni e che aveva causato numerose rivendicazioni sindacali.

“A tal proposito – recita la nota congiunta delle OOSSprecisiamo che il Ministero ha sempre riconosciuto il debito economico nei confronti dei lavoratori, tant’è che con nota prot. 3065 del 26/01/2005, considerata la non disponibilità dei fondi Ministeriali a coprire l’importo necessario a retribuire i lavoratori chiese con una lettera a firma del Ministro del tempo Urbani i fondi necessari al Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Un credito che il personale di vigilanza dell’ex Soprintendenza autonoma di Pompei vantava per aver effettuato centinaia di ore di lavoro straordinario per conto dello Stato, al fine di garantire lo scambio di consegna tra un turno e l’altro”.

Sulla scelta di pagare i lavoratori partecipanti ai corsi di formazione, i sindacati parlano di “modalità seguita da sempre in tutta l’amministrazione dei Beni e Attività Culturali anche attraverso accordi nazionali come ad esempio i corsi di alfabetizzazione informatica”. Per questi motivi gli stessi denunciano “l’inqualificabile aggressione che stanno subendo mediaticamente i lavoratori a cui va detto grazie per aver permesso di mantenere aperti gli Scavi di Pompei ed i Siti ad essi collegati nel corso di questi anni, rinunciando peraltro a mettere in campo contenziosi che avrebbero portato alla paralisi la Soprintendenza di Pompei”.

In chiusura, rinnovando la fiducia nella magistratura e dichiarando la propria disponibilità a fornire elementi utili, auspicano che al più presto si faccia luce sulla vicenda.

 
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