intervista con monsignor Carlo Liberati

Il Santuario da restaurare, l’attualità del messaggio di Bartolo Longo i rapporti difficili con Soprintendenza e Comune. Attraverso queste tre coordinate chiave si sviluppa l’intervista che monsignor Carlo Liberati, Arcivescovo di Pompei, ha concesso a Pompei Notizie durante le festività natalizie.

Il piglio è quello diretto e severo che da sette anni – l’esatta durata della sua permanenza alla guida del Santuario mariano – accompagna le uscite ufficiali del prelato originario di Matelica, nel cuore delle Marche.

Visto dal versante nord di piazza Bartolo Longo, questo 2010 si chiude con un bilancio positivo: oltre 4milioni di pellegrini hanno reso omaggio alla sacra effige della Vergine del Rosario e ai luoghi simbolo dell’opera di Bartolo Longo. Nel contempo, è proseguita senza intoppi l’ingente opera di restauro degli interni del Santuario, ora concentrata sull’area absidale.

Il passaggio più critico di monsignor Liberati arriva sulla possibilità di gettare un ponte tra le due storie che dividono da sempre la città: quella antica raccontata dagli Scavi e quella moderna il cui anno “zero” coincide con l’arrivo dell’avvocato illuminato di Latiano, consacrato “beato” nel 1980. “Non c’è voglia di collaborare – sentenzia lapidario il Vescovo – né da parte della Soprintendenza, né da parte del Comune”.

albero del Santuario


Dall’alto dei suoi 72 anni monsignor Liberati parla anche di sé e degli impegni che lo attendono nei prossimi anni. “Sono molto più pompeiano dei pompeiani – rivela – nell’avere un solo interesse da difendere: il vostro futuro, quello dei vostri figli e del popolo di Pompei. In tal senso il mio scopo resta quello di fare di questo santuario un punto di riferimento della Chiesa cattolica e insieme un luogo di serenità, di gioia, di grazia e di conversione per tanti peccatori”.

In chiusura un augurio per il 2011 rivolto a tutta la comunità mariana.

Il video completo dell’intervista è qui.

 
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